Il Cielo che si va disegnando è veramente straordinario. La grande congiunzione del 12 Gennaio di Plutone e Saturno in Capricorno verrà preceduta dalla Luna Piena nell’archetipo del Cancro accompagnata da un’eclissi di penombra il giorno 10. L’energia della Luna si esprimerà al meglio delle sue potenzialità nel suo luogo astrologico d’elezione e il movimento che le è proprio con la nostra interiorità, ovvero quello di sollecitare il nostro lato emotivo e senziente, sarà molto enfatizzato. Il Cancro è il territorio dell’Anima, di quel contatto primitivo che la coscienza sulla ruota dello Zodiaco realizza con il principio Spirituale insito in ognuno di noi. Quello su cui il Cielo porrà l’accento allora sarà la nostra vera identità, che a gradi e livelli sempre superiori, deve essere scoperta e rivelarsi nella nostra esistenza. Chi siamo veramente? E’ questo il messaggio di cui si farà portatore il Cielo in questa complessa fase astrologica. Quali sono quelle zone di noi a cui ancora non abbiamo dato un nome? Il Cancro è infatti l’archetipo delle gestazioni, dei processi creativi, delle simbiosi osmotiche che generano qualcosa di nuovo come delle vere fucine alchemiche. Nel grembo materno due piccole cellule fuse originano un nuovo essere vivente che avrà bisogno di un periodo stabilito di immersione in un’acqua formativa che viene persa dal corpo della madre solo al momento in cui il nuovo arrivato è pronto per affrontare il mondo e respirare autonomamente. Dunque il Cancro è un segno di fine e di inizio. E’ il segno del mettere al mondo qualcosa che prima non esisteva, è un segno in cui da uno stato si passa ad un nuovo step esperienziale completamente sconosciuto, superando un confine, un recinto esistenziale, esattamente come la madre che, al termine di una gravidanza, consente a una nuova vita di fare ingresso nel mondo incarnato e di occupare un ruolo di primaria importanza nel suo cuore. La sua vita non sarà più la stessa dal momento in cui il bambino griderà il suo primo pianto al mondo. La Cabala esprime magnificamente questa dinamica contenuta nell’archetipo del Cancro associandolo ad un particolare Sentiero di Saggezza chiamato Cheth, ovvero il Recinto. Un Sentiero che sull’Albero della Vita collega la Sephira Binah, emanazione della compresione/visione Divina alla Sephira Geburah, emanazione della potenza o forza di Dio. Due emanazioni che si trovano in Mondi Cabalistici o piani d’esistenza diversi. Binah nel mondo archetipico di Briah, ovvero il piano della creazione e Geburah in Yesirah, ovvero il piano sottostante della formazione. Quindi il sentiero associato al Cancro è quello relativo alla Comprensione della potenza di Dio, che non è altro che il processo che avviene in ogni creazione, quando l’atto del concepimento viene tradotto nella materia in un periodo di gestazione. La potenza del Divino deve trovare il modo di manifestarsi in un piano esistenziale diverso da quello in cui è avvenuta la scintilla creativa. Per questo c’è un recinto da oltrepassare, un confine esistenziale che deve essere superato per condurci su un nuovo livello di manifestazione. Nel mito la storia di Era, regina degli Dei, femminile legittimo della coppia Reale del phanteon Greco, ci segnala il rito del passaggio di quel confine attraverso la sua parabola. Era infatti non aveva alcuna intenzione di sposare Zeus. Respinse più di una volta il fratello vincitore del tiranno Crono e nuovo Signore del Mondo. Cresciuta da Teti e Oceano su un monte in completa libertà non anelava alla vita di corte, nè a prendere le vesti e le responsabilità di una Regina. Non amava la spavalderia e la presunzione di un giovane che la incalzava con le sue pretese e le sua corte aggressiva. Zeus riuscì ad avvicinarla infatti solo assumendo le sembianze di un passerotto infreddolito per essere accolto sul suo seno. Eppure neanche attraverso l’inganno riuscì ad avere la meglio su di lei. Dovette sposarla e condurla come legittima sposa con ogni solennità presso il suo palazzo reale. E per Era fu accettare un destino ineluttabile, che la voleva Regnante, moglie e madre fra i Divini. Quello che decise di fare in altri termini fu varcare un recinto, confine o soglia fra la spensieratezza della propria giovinezza e la solennità di una nuova vita pubblica, colma di onori certo, ma anche di pesi e ferite. Si dice che la sua luna di miele con Zeus durò tre secoli, un periodo da immortali senza dubbio, ma al termine dei quali il marito iniziò subito la sua infinita serie di tradimenti ed amanti con cui spesso le trafisse il cuore. Ma la nuova versione di se stessa che la fiera Regina concede di manifestare accettando quel ruolo resta nonostante tutte le sfide e le delusioni imposte dalla sua avvelenata vita di coppia con Zeus. Era resta la Regina degli Dei. Temuta, passionale, spesso brutale, ma sempre conscia e padrona del ruolo acquisito.
E per noi, al di là delle metafore archetipiche, qual’è il ruolo che ancora non abbiamo coscientizzato? Il recinto che ci ostiniamo a non attraversare? Cos’è che ancora si muove nell’ombra della nostra incoscienza ma vuole venire ad esistenza? Questo Plenilunio darà volume a necessità, bisogni, sentimenti che ci sveleranno parti di noi che ormai sono pronte per essere messe al mondo, che siano decisioni a lungo accarezzate in quella zona d’ombra che c’è sotto il livello della nostra mente cosciente, o che siano moti dell’Anima che abbiamo preferito ignorare per evitare rifiuti, censure o delusioni, che siano desideri che non abbiamo lasciato affiorare per giudizio o per timore, adesso ogni cosa verrà a manifestazione. Ve ne renderete conto durante questa piena di Luna che si accompagnerà anche un’eclissi di Penombra. Un velo di cui il disco lunare sarà ammantato per qualche ora rendendosi meno visibile. Vi renderete conto che i tempi sono maturi per quello a cui avete detto “non ora” forse troppo a lungo. E succederà in modo repentino, con quei guizzi, quegli accadimenti imponderabili che sono il contenuto magico di ogni eclisse, e non potrete procrastinare ancora, semplicemente perchè è tempo che certe cose vengano al mondo e si tratta di un tempo che non è il nostro, è quello della vita, del suo flusso misterioso che segue le geometrie sacre di un macrocosmo in cui, malgrado la nostra cecità, viviamo inseriti ogni giorno.
Fidatevi del timer dell’Universo. E’ più preciso e affidabile di quello che la nostra piccola mente impaurita mette di volta in volta agli avvenimenti delle nostre esistenze. L’universo non conosce la scarsità, non conosce l’abbandono, non conosce solitudine, paura o delusione.
L’universo conosce solo l’abbondanza del Divino. Perchè è il Divino.
Lasciatevi dire da quello che accadrà se i tempi sono maturi oppure meno per certe esperienze nella vostra vita. Mollate la presa. Mollate la necessità di discernere, giudicare, dividere, separare. Godetevi lo spettacolo eternamente verde di ogni nascita. E ve ne auguro di cuore in ogni settore, campo o relazione della vostra esistenza, perchè le nascite sono la lingua preferita dai miracoli.
Buon Plenilunio.
Love
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Francesca Spades
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