I tiri alla fune il Cielo li compie quando a livello globale si rende necessario uno scatto di comprensione. L’illusione della separazione ci porta a pensare che gli altri, il pianeta, il sistema solare, l’universo intero siano cosa a parte rispetto alla nostra esistenza. Invece condividono con noi cellule, atomi, elettroni. Siamo fatti dell’Universo e della sua energia. Tutto vibra. Ogni corpo per quanto solido è in movimento silenzioso e quel movimento silenzioso è lo Spirito che unisce tutto come un filo invisibile. Se il Cielo distribuisce gli Astri tendendoli come estremi di una corda ideale, poli di un arco oscillatorio evidente, anche le nostre esistenze registreranno certe tensioni, declinandosi secondo le nostre personalissime parabole personali.
La Luna che nel primo mattino di domani raggiungerà la sua piena energetica sembra un fiore che ha deciso di sbocciare nel deserto più arso. Ha la miracolosità di un prodigio che in sè possiede qualcosa di estremo. I fiori non sbocciano nella sabbia ardente. Eppure i limiti del possibile sono sfumature con un senso per noi umani e per la nostra percezione fallibile di noi stessi. Il Divino è totalità in atto. E’ Amore assoluto. Ovvero la potenza diventata atto completamente. Il Divino i limiti li supera uno ad uno nullificandoli. Per il Divino i fiori nel deserto sono un puro accadimento fenomenico.
I Pesci del resto sono l’archetipo più caro all’Amore. Sono il Regno consolidato della grande empatia Cristica. Della Coscienza umana che attraverso tutta la ruota esperienziale dello Zodiaco, ha completato il suo lungo viaggio di ritorno all’Uno innalzando se stessa alla Divinità. Rendendosi Divina. E la Divinità è un attributo che la coscienza riesce a donarsi solo nel momento in cui comprende la totalità dell’Amore. Amore senza aspettativa di ritorno, Amore sciolto dalla paura dell’abbandono, del tradimento, del rifiuto, dell’ingiustizia o dell’umiliazione. Un Amore che diventa libertà assoluta, che rende possibile l’accettazione totale dell’esistenza e del suo fluire con tutte le sue sfide, quel genere di Amore che permette a Cristo di conoscere perfettamente le sue sanguinose prove e di consegnarsi abbandonato nelle mani dei propri carnefici. Senza dubbio, senza indugio, senza paura. Amando i propri aguzzini, perchè anch’essi parte del grande piano divino, collaboratori nella traduzione in atto della sua parabola terrena di riscattatore del karma collettivo umano. Nei Pesci la coscienza è completamente libera dall’illusione dell’incarnazione e della dualità. Fluisce in sincrono con il resto del creato, come i pesci fanno nelle profondità silenziose degli oceani. Non c’è più posto per l’analisi, per lo scandaglio mentale, per i conti e per le ponderazioni. Sono cose di cui la coscienza ha avuto bisogno molto tempo prima, quando ancora era ostaggio della separazione, quando ancora la legge era mors tua vita mea, quando ancora le convenienze potevano consentire un’autotutela che diventava necessaria per difendersi dall’altro. Dato che l’altro non era ancora stato individuato come parte di sè. Il Cielo di questa Luna piena ci strattona via per la collottola, come una madre saggia. Disegna ben quattro opposizioni, mettendo in fila Sole, Venere, Mercurio e Marte. Viene a distoglierci con potenza da tutti i calcoli, le programmazioni e le analisi mentali in cui eravamo immersi fino al collo. E’ Una Luna che abbraccia Nettuno da vicino, sempre nei Pesci, signore del Mare, perchè sia amplificato il suo potere: la capacità di farci sentire, di farci immergere un pò il cuore in quel flusso emotivo che abbiamo allontanato, sotterrato, volutamente ignorato per fare meglio i conti della situazione, le tabelline, le moltiplicazioni e le divisioni sulle questioni del nostro personale orticello.
Nell’Albero della Vita della Cabalà il pianeta Nettuno, Maestro dei Pesci, è associato da più correnti di pensiero alla prima Sephira Kether. La Corona. L’Uno. Il Principio Primo da cui tutto deriva, la scintilla di fuoco primigenia della Creazione. Perchè Nettuno è l’ottava alta di Venere, Nettuno è il Grande Amore. Il Superamento delle questioni legate a ME e TE.
E il mito fedele ci narra la storia simbolica del rapporto esistente fra le due ottave dell’Amore. L’Olimpo infatti almeno una volta perse la sua fierezza inattaccabile di residenza dei Divini quando il mostro Tifone ne risalì le altezze con l’intenzione di compiere eccidi di massa. Tifone aveva in sè il fuoco nero della vendetta. Era figlio di Gea, madre di Zeus, e del Tartaro. Viene dipinto come un’orribile creatura portatrice di distruzione e lutto. Gea infatti, a fronte della sconfitta che il figlio ha impartito ai Titani imprigionandoli, non ama il mondo a cui egli ha dato origine. Quel sovvertimento che essa stessa agognava sotto il comando del marito Urano, adesso non le sta più bene. Zeus si è spinto troppo oltre per i suoi gusti. Pensa così di scatenare le ire del mostro a cui ha dato origine per avere ragione del figlio ribelle, che ha dato vita a un mondo in cui, essa, divinità preolimpica, sente di non appartenere più. All’arrivo di Tifone tutti i divini fuggono trasformandosi in animali. Non resta più nessuno fra gli splendidi palazzi e nei sontuosi giardini. Solo i venti di tempesta scatenati dal mostro ruggente e il suo passo infernale. La sola Afrodite disperata tenta di mettersi in salvo assieme ad Eros. Ha indugiato troppo Afrodite, si è attardata nella fuga non sapendo cosa fare e viene assalita dal terrore quando si rende conto che il tempo stringe e che il mostro l’ha quasi scovata. Nel panico più totale si tuffa in un fiume assieme ad Eros sperando di far perdere le sue tracce. Allora viene affiancata da due splendidi pesci d’argento che si offrono per il compimento della sua trasformazione, donando ad essa e ad Eros le proprie sembianze in modo che possano mettersi in salvo e nuotare lontano.
La dinamica simbolica è meravigliosa. Laddove il nostro mondo sembra crollare, laddove la mente non riesce più a sostenerci con le sue strategie, quando le circostanze sembrano spingerci con le spalle al muro, ecco che allora arriva l’Amore del Divino. L’abbondanza, la grazia, il flusso potente e salvifico a cui tutti apparteniamo quando cediamo le armi logiche con cui cerchiamo di farci spazio in questo mondo.
Questo è un Cielo che potrebbe farci sentire esattamente così.
Che in un attimo potrebbe metterci davanti all’inutilità di tutti i mezzi con cui abbiamo cercato di incasellare e programmare il futuro, la vita, il nostro divenire e potrebbe metterci di fronte alla necessità di saltare nel fiume ad occhi chiusi, con il cuore ridotto a un martello pneumatico nel petto. A dover dire sia fatta la tua volontà, perchè la mia non basta. Perchè la mia è piccola. E’ Venere che deve diventare Nettuno. E quando accadono circostanze di questo tipo nelle nostre vite dovrebbero essere veramente accolte come fiori nel deserto, prodigi di amore cosmico, perchè tali circostanze vengono a dimostrarci, con tutta la difficoltà e il trambusto che ci arrecano, che al di la di quello che pensiamo esistente e possibile, c’è un mondo di potere molto più ampio. C’è un’intelligenza Divina infinitamente più saggia e acuta.
Vi Auguro la capacità di tuffarvi ad occhi chiusi nel fiume al momento giusto.
Vi Auguro l’apertura di cuore che serve per soprendersi nel profondo dei grandi miracoli che avvengono tutti i giorni intorno a noi nella nostra completa indifferenza e miopia.
Vi Auguro la forza di credere che il primo miracolo siete voi stessi e il respiro che vi gonfia il petto ogni mattino.
Love
Shanti.
PS:
Ultimissimi giorni per iscriversi al Corso Zodiaco del Risveglio, i posti rimasti sono poche unità ormai, qui il link : https://astrologiakarmicaperanimeconfuse.com/2019/08/26/iscrizioni-aperte-per-il-corso-zodiaco-del-risveglio-di-francesca-spades/