Il Plenilunio del mese ci porta in contatto con l’oscurità della notte.
In Cancro, opposto a Mercurio, Signore del raziocinio, della mente pensante e vicino a Lilith, Principio di rifiuto, in transito nel medesimo Archetipo, questo è il Plenilunio dell’inconsapevolezza che si rivela.
Delle bende che cadono dagli occhi. Del buio che aspira a diventare luce.
Cosa ignoriamo?
Dove è attestato il confine della nostra coscienza?
E’ il Plenilunio delle segrete del castello Valorosi, quelle che mai si visitano, in cui è racchiuso il dolore e la paura dei prigionieri. Quella zona impervia ed enorme che raccoglie ciò che siamo, antica quanto tutto il flusso delle nostre incarnazioni, densa del nostro vissuto dimenticato, dalla quale, come lampi potrebbero manifestarsi memorie, intuizioni, visioni grazie alla carica del massimo Lunare e all’energia disvelatrice dell’Epifania.
Il grande maestro Steiner, trattando delle Tredici notti Sante che ci avviamo a concludere, osserva che il periodo Natalizio ci permette di rapportarci ben prima della morte, qui in Terra, con il nostro personale Kamaloca. Ovvero con il mondo del nostro desiderio bruto, di quelle passioni che ci ancorano a questo piano fisico poiché bisognose di soddisfazione, delle nostre ferite animiche ancora in cerca di compensazione, secolo dopo secolo. Quella zona di noi stessi che Eckhart Tolle oggi definirebbe il Corpo di Dolore. Per questo si tratta di un momento di altissima iniziazione. Spesso complicato a livello personale, se non doloroso.
Poichè solo dal buio si può vedere la luce.
D’altro canto le iniziazioni hanno tutte e sempre a che fare con prove da superare, con draghi da decapitare.
Con la capacità di guardare il versante deteriore di noi stessi.
L’esperienza della tenebra rende possibili le Epifanie.
E la dinamica del Natale lo ricorda in tutta la sua ricca simbologia.
La Luce del mondo scende in questo piano fisico nella notte più fredda e desolata, nel bel mezzo di una delle più barbare persecuzioni che la storia umana ricordi, nell’era dell’Ariete dominata dalla ferocia del Veni Vidi Vici.
La cometa fende quasi iconograficamente con la sua luce il nero in cui l’umanità versa.
L’archetipo del Cancro infatti che ospita la piena Lunare, celebrandola nel suo Domicilio d’elezione, è a livello esoterico territorio di discesa, immersione e addormentamento. Rappresenta la notte della Coscienza.
Nell’Albero della Vita il Cancro è legato al Sentiero di Saggezza detto Chet, Il recinto, che collega Binah a Geburah, ovvero l’emanazione della Comprensione di Dio e quella della sua Forza, Severità che è anche Struttura. Il recinto così divide, separa, traccia una delimitazione fra due territori o mondi, quello dello Spirito e quello della Forma. Rappresenta il confine che se oltrepassato consente la comprensione della struttura, dell’ordine Divino che informa l’universo.
Non a caso Alice Bailey definisce il segno caro alla Luna quale porta del mondo fenomenico, o porta delle incarnazioni. Anche la porta è simbolo di confine. Di un recinto che si deve attraversare. E ciò a significare che nel Cancro si schiude il viaggio dello Spirito nella forma, ed è ai suoi veri esordi. Tutto è ancora da imparare.
Chi sono io?
E’ domanda ancora lontana da possibili definizioni.
E questa sarà la sensazione principale dei prossimi giorni Valorosi, quando qualche circostanza della vostra vita vi farà toccare con mano lati di voi stessi che non sapevate di possedere. Vi sentirete come ciechi che hanno improvvisamente trovato luce e sguardo quando qualcuno o qualcosa accenderà una luce, come una candela in assenza di corrente elettrica, e vi renderà possibile vedere bisogni e desideri che non vi siete mai neppure auto confessati.
Il rischio è rifiutarli.
Perché in verità concorrono tutti a definire il vostro irripetibile IO SONO per quanto scomodi o goffi possano apparirvi.
Nel mito caro al Cancro Edipo è l’eroe del buio esistenziale. Vaga sulla terra, come scriverebbe il magnifico Goethe quale umbratile passeggero, ovvero di ombra ammantato, senza conoscere nulla della propria identità. Non sa di essere figlio di Laio e Giocasta, reali di Tebe, quando uccide il primo e sposa per ventura la propria madre biologica. E nel momento disgraziato in cui l’epifania lo raggiunge Edipo non regge. Cade nel tranello del rifiuto.
Manca di perdonare se stesso per la propria cecità.
Ha bisogno di accecarsi. Di togliere luce ai propri occhi fisici illudendosi di fuggire.
Ma l’Anima non vede attraverso le retine.
E a quel che si è non c’è modo di chiudere la porta in faccia.
Allora potreste trovarvi nuovi e disillusi Valorosi, forse anche delusi, potreste pensare di aver ancora tutto da imparare. O di non aver compreso nulla fino a questo momento.
Potreste avvertire che tutto abbia improvvisamente bisogno di collocazione e senso nuovo.
Ma accettatelo, fate vostro il disagio di oggi, è la premessa della grande battaglia di autoaffermazione e giustizia che saremo collettivamente chiamati a vivere in questo 2023 con il transito di Giove in Ariete, l’affaccio di Plutone in Acquario e più avanti in estate lo slittamento dell’Asse di Nodi Lunari negli archetipi Ariete/ Bilancia (L’Asse di Michele Arcangelo, Principe di Equità).
L’anno della Pugna Divina, degli Scismi e delle Rivoluzioni. Personali e collettive.
Ma per cosa si può mai combattere se non si è prima definito a chiare lettere chi si è che cosa si vuole davvero?
Lasciate che le vostre bende cadano e perdonatevi per aver visto poco.
Siamo qui per imparare chi siamo.
Giorno dopo giorno
Con Amore e Servizio
Francesca Spades
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