AGOSTO 2020
Il Cielo collettivo
L’Asse Leone/ Acquario, fortemente stimolato nelle prossime settimane ( Luna Piena in Acquario il 3 Agosto, Luna Nuova in Leone il 18), mette la Coscienza in viaggio sulla Ruota dello Zodiaco nella situazione di confrontarsi con il movimento che attraverso la scoperta di noi stessi e dei nostri talenti conduce alle porte del servizio collettivo. E la tematica del servizio è quanto mai attuale poichè è il piatto forte dell’Era in cui stiamo transitando. L’Era dell’Acquario appunto. Era del Noi che deve sostituire l’Io a tutti i livelli della vita aggregata. E il movimento polare a cui tutti siamo legati vuole che la scoperta del proprio altruismo debba passare necessariamente per l’integrazione del polo opposto, il polo dell’individualità. Non c’è luce che si possa irradiare all’esterno quando non abbiamo concesso che divampasse come un incendio al nostro interno. Non ci sarà concesso di scoprire cosa possiamo fare per il Piano Divino collettivo con la nostra parabola se prima non abbiamo accettato di accendere i giusti riflettori su noi stessi. In altre parole le domande che il Cielo pone in questo mese di apparente stasi, abbandonata al caldo della piena estate, hanno a che fare con quello che veramente sappiamo e possiamo fare al di là di ruoli, imposizioni, compromessi, accettati o semplicemente tollerati nella nostra vita. Quali talenti stiamo soffocando per la paura di non essere accolti? Quali ci ostiniamo a portare in scena per il timore di aprire il sipario su quelli che effettivamente ci sarebbero propri?
Nel mese di Agosto questa ricerca di autenticità potrebbe diventare calda almeno quanto il Sole rovente per molti di noi e la stasi potrebbe gonfiare scelte e decisioni di energia, come fossero proiettili in attesa di essere esplosi. La retrogradazione di Urano in Toro a partire dal 15 Agosto (si protrarrà fino a Febbraio 2021) accenderà questioni insolute che coinvolgono soprattutto la sfera auto affermativa e il rapporto con la materia. E lo farà alimentando la fiamma dell’insoddisfazione e rendendo ancora più urgente il bisogno di voltare pagina e iniziare a guadagnare pane, rispetto o stima che siano in questa vita secondo i dettami dell’Anima piuttosto che delle contingenze fino ad oggi accolte.
Urano è il Cielo. E’ la forza che proviene dal Cosmo. Il principio primigenio e impollinatore. L’alfa da cui tutto deriva. Quando decide di tuffarsi nella Terra (Toro), come accade dal Marzo dello scorso anno, lo fa perchè la Terra ha bisogno di allinearsi allo Spirito. E lo fa mutandola radicalmente da dentro, iniziando dalla vita di ognuno di noi, di ogni singolo colono del Pianeta. Che vive nella separazione senza rendersi conto di essere carne viva del mondo in cui respira. Tutto è Uno e ciascuno di noi vive i suoi giri evolutivi in questa dimensione per rendersi conto a modo suo di questa equazione. E ognuno sposa, incarnando, le energie che renderanno possibile questa realizzazione. Le dodici energie divine che informano lo Zodiaco.
Ariete e la cassa di Danae (da infrangere il prima possibile)
Il Mito racconta che Danae, Principessa di Argo, venne rinchiusa con suo figlio Perseo in una cassa da suo padre Acrisio, Re della città, e gettata in mare aperto. Sulla sua sciagurata testa e su quella del bambino gravava infatti il peso di un vaticinio inoppugnabile. Acrisio infatti sarebbe stato spodestato e ucciso da suo nipote. Da qui la decisione di rinchiudere figlia e sua progenie nella apposita scatola e sperare che i flutti facessero il resto. Cosa che naturalmente non accadde perchè Danae e Perseo naufragarono sull’Isola di Serifo dove furono accolti e rifocillati dal Re locale e a tempo debito il piccolo Perseo portò a compimento il monito degli Dei vendicando la sorte a cui suo nonno l’aveva consegnato assieme a sua madre, ovvero passandolo a fil di lama e sedendo sul trono di Argo al suo posto. Un pò come sta succedendo a chi vive l’energia dell’Ariete in questo momento.
Siete stati trasportati dai flutti per un bel pò e adesso state scoprendo a poco a poco la sensazione di essere chiusi in una cassa come Danae. Eppure c’è un trono che vi spetta di diritto e a pensarci bene avete solo bisogno di quelle due o tre boccate di ossigeno per dirigere i vostri passi senza più essere sballottati dagli eventi.
Respirate. Lasciate che la cassa che vi contiene si rompa rovinosamente. Non sempre i naufragi sono sinonimo di distruzione. A volte conducono esattamente al trono che meritiamo.
Toro: Le Ali di Dedalo ( che vanno pur trovate da qualche parte)
Dedalo potrebbe tranquillamente essere considerato la prima archistar della storia. Minosse, Re di Creta, aveva infatti bisogno di nascondere al mondo un figlio scomodissimo: il Minotauro, mostro sanguinario e selvaggio mezzo uomo e mezzo toro, prova vivente di un oltraggio che tempo addietro aveva arrecato al Dio Poseidone. Dunque Minosse si servì del talento di Dedalo chiamandolo a corte per costruire un ingegnoso labirinto in cui nascondere questo figlio imbarazzante. E il labirinto venne realizzato così a dovere che Dedalo e suo figlio Icaro furono presi in ostaggio dal loro stesso committente per timore che potessero rivelare a qualcuno la via di fuga contenuta nell’architettura del labirinto. Questo fece in modo che Dedalo dovesse trovare alla svelta una soluzione per evitare di seppellire se stesso e suo figlio in un luogo così distante da casa. E infatti Dedalo fabbricò due splendide paia di ali con piume e cera e funzionarono a meraviglia, consentendo a padre e figlio di librarsi in aria come aquile evitando l’ospitalità forzata di Minosse. Cosi i Toro in questo momento potrebbero avvertire la necessità di aprire le proprie ali figurate e volare via. Malgrado la resistenza che spesso i portatori di questa energia avvertono per i cambiamenti. In quale labirinto siete stati infilati Toro? Quale talento o capacità si è negli anni trasformata in una gabbia sulle vostre spalle, forse all’inizio dorata, ma oggi più pesante del piombo? Va quanto meno trovata. Con il tempo e lunghe pensate magari anche abbandonata.
Gemelli : Quei No che avrebbero salvato Eco
Eco era una meravigliosa ninfa del gruppo delle Oreadi, legate alle montagne. Era gaia e socievole, il che fece ritenere a Zeus di poterla infilare fra le dame di compagnia di sua moglie Era per tenerla impegnata con chiacchere e pettegolezzi in modo che fosse libero di dedicarsi alle proprie innumerevoli amanti senza il problema dell’ipervigilanza della Regina consorte. Ovviamente non funzionò. Forse perchè la Regina degli Dei era assai più scaltra di quanto non ritenesse suo marito, o forse perchè l’errore alla base di tutto fu pensare che una ninfa abituata al mondo rarefatto delle vette innevate potesse piegarsi al ruolo di cianciatrice professionista per intrattenere qualcuno. La superficialità di Zeus ebbe diversi effetti collaterali. Ad esempio la punizione crudele che venne rifilata alla povera Eco dalla furia di Era. Ovvero essere condannata a ripetere le ultime sillabe di ogni parola udita senza potersi esprimere altrimenti. Questo fece di una ninfa, essere eletto e divino, una povera infelice. Soprattutto quando gli occhi della malcapitata si poggiarono per ventura sul meraviglioso viso di Narciso, il più bello fra i mortali di quel momento. Le possibilità di flirt attestate allo zero per la bella ninfa ne fecero presto un fastidio per Narciso, abituato alle attenzioni e ai complimenti del gentil sesso. La poveretta infatti non riusciva a spiccicare parole di senso compiuto e il giovane la cacciò via rudemente. Il destino di Eco fu fra i più crudeli registrati dalla mitologia dato che si consumò d’amore per Narciso fino a scomparire e fino a che di lei non rimase soltanto che la voce fra i boschi e le montagne. Tutto questo detto perchè i Gemelli ultimamente, come Eco, hanno smarrito il senso della propria maestà. Sono stati mesi e settimane in cui è stata messa alla prova la vostra capacità di ricordarvi chi siete davvero. Che straordinario apporto sapete dare al mondo con la vostra socievolezza. Eco viene trattata da Zeus come una sorta di serva e da Narciso come una seccatrice. Non siete nè l’uno ne l’altro Gemelli. Con chi vi rivelate troppo condiscendenti Gemelli? Avete una regalità da recuperare e passerà per una serie di NO che dovrete trovare il coraggio di opporre a chi vi strumentalizza. Fosse anche il Re degli Dei.
Cancro: il soffio di Atena
Le truppe di Menelao e Agamennone erano stipate attorno alle mura di Troia ormai da dieci lunghi anni quando Ulisse, meglio noto come Odisseo, ebbe la visionaria idea che avrebbe condotto alla sospirata espugnazione della città. Meglio tardi che mai, anche perchè i soldati da tempo avevano dimenticato come mai vivessero accampati in quella grande piana antistante la città di Priamo lontani da mogli e figli, al freddo e al caldo, stagione dopo stagione, anno dopo anno. Lo stratagemma era incredibilmente semplice. Sembrava ideato da un bambino delle elementari a ben vedere, come spesso sono le idee che provengono dai piani superiori,ed in effetti fu soffiato nelle orecchie di Ulisse dalla dea Atena in persona, forse stufa quanto gli Achei tutti della situazione di stallo. Un grande cavallo, con la possibilità di contenere molti uomini in armi all’interno. Basta. Punto. Stop. i Troiani avrebbero pensato che fosse un dono votivo lasciato dall’esercito assediante agli dei per qualche oltraggio prima di andarsene per sempre, magari dedicato alla stessa Atena. Funzionò perfettamente e Troia cadde sotto gli strali e le lame degli uomini di Menelao Re di Sparta, tradito e abbandonato dalla moglie Elena per il bel principe Paride che così aveva decretato la fine di tutta la propria stirpe. E così i Cancro in questo momento storico vivono la necessità di ribaltare una situazione che penosamente si protrae da anni, come l’assedio sopra descritto. Il Cielo vi fornirà di idee ingegnose almeno quanto quella che Atena soffiò nelle orecchie di Ulisse perchè ci sono situazioni che vanno modificate profondamente al vostro orizzonte e laddove non foste riusciti a rovesciare la vostra personale città di Troia negli ultimi anni i sei mesi a venire saranno decisivi. Affinate i sensi. Prestate attenzione alle intuizioni. Le soluzioni parlano la lingua semplice del Divino. Siamo noi uomini ad essere complicati.
Leone: se Zeus perdona suo padre…
Una delle sparute pagine della mitologia in cui si registra la storia di un perdono è quella che vede protagonisti Saturno/Crono e il figlio Zeus. Il secondo aveva combattuto contro il primo una feroce e lunga guerra, accanto ai propri fratelli riuniti, per spodestarlo e infilarlo a forza nel Tartaro, un posto riservato agli empi e ai traditori. E Crono era l’uno e l’altro. Aveva sprezzato la sacralità della propria stessa stirpe ingoiando i figli appena nati affinchè nessuno potesse avanzare pretese al suo trono e aveva tradito il suo stesso sangue, facendo del male proprio a coloro verso i quali avrebbe avuto dovere di protezione e accoglienza. Non era dunque facilissimo perdonare un padre del genere e magari Zeus non ci pensava molto ormai divenuto Re dei Divini, una volta confinato Crono nelle lande desolate del Tartaro. Eppure quando meno se lo sarebbe aspettato il mito narra che quest’ultimo chiese un colloquio. Un pò come certi ergastolani nell’immaginario cinematografico a stelle e strisce, che attendono nelle loro tutine arancio, in mezzo ai loro molteplici pessimi tatuaggi, la visita di parenti profondamente delusi e feriti dalla loro condotta. E la aspettano come un miracolo ammantato della più profonda alea, perchè spesso certe richieste di tregua non vengono accolte e cadono nel buio del rifiuto. Ma Zeus non è quel tipo di figlio. Ha imparato sulla sua pelle che la generosità paga, mantiene il suo reame perchè ha saputo dividerlo con tutti i fratelli. Conosce la potenza dell’altruismo e ne ha fatto il proprio vessillo. Non stupisce allora che decise di accogliere la richiesta dell’ergastolano Crono, ormai privo di ogni potere. E Crono in effetti dal figlio, ormai legittimo detentore del trono che un tempo fu suo, volle esclusivamente essere perdonato. Zeus ascoltò le istanze del padre, a me piace immaginarlo dietro un vetro in una sala videosorvegliata, in mezzo alle proprie body guards. Ed essendo un generoso, non rifiutò al padre quelle due paroline magiche: ti perdono, papà.
Leoni di che cosa dovete perdonare il vostro prossimo? I vostri padri, le vostre madri? Gli amici più cari? I vostri collaboratori e colleghi? O Voi stessi? C’è qualcosa di sospeso che rende meno fulgido il vostro splendore che in effetti ha bisogno di irradiarsi come un Sole attorno a voi travolgendo chiunque. Il potere spesso batte la via della sensibilità, della capacità di capire che gli altri non sono perfetti come vorreste che fossero e che voi stessi non siete perfetti come vorreste essere. Ma il Regno di Zeus non registrò alcuna ripercussione per aver perdonato il padre Crono delle sue malefatte. Anzi. Forse ne uscì rafforzato. Così ne uscirete voi. Più unici. Più grandi nell’amore. Perdonate gli altri e perdonate voi stessi se volete ruggire come sapete. Il cuore è la via ed è il chakra dominato dal vostro astro solare, mica acqua.
Vergine: Fare meno potrebbe essere la soluzione (che Eracle non colse)
Augia, Re dell’Elide in Peloponneso, era famoso per possedere delle enormi stalle in cui aveva stipato del bestiame speciale, dono di divinità. Un bestiame che aveva il potere di non ammalarsi mai e di crescere continuamente moltiplicandosi a vista d’occhio. Il grave problema era l’incuria in cui Augia faceva vivere gli animali. Erano cosi tanti e cosi ingovernabili per il loro numero che decise di non pulire più le stalle con comprensibile disappunto degli abitanti delle zone limitrofe e dei suoi sudditi stessi. Pulire le stalle nel corso del tempo divenne così un’impresa che forse solo un qualche Divino avrebbe potuto sobbarcarsi. E infatti ci pensò Eracle, che aveva i cromosomi diretti di Zeus e un disperato bisogno di redenzione. E il lavoro che svolse fu a livello della sua proverbiale forza. Prima praticò a nude mani dei grossi fori nelle mura delle stalle, poi come niente fosse, deviò, sempre a nude mani, il corso di due fiumi in modo che con il loro imponente flusso pulissero in fretta e perfettamente la sporcizia accumulata in anni e anni dalla negligenza di Augia. Eppure il nostro Eracle non ottenne chissà che premio. Anzi. Augia replicò che erano stati i due fiumi a fare il lavoro e dunque egli non meritava alcuna ricompensa.
Così potrebbero sentirsi i Vergine in questa fase. In che monumentale impresa vi siete lanciati nella speranza di essere riconosciuti? Quante volte avete anteposto le esigenze altrui alle vostre in questi ultimi mesi sperando che questo vi consentisse di portare pace, armonia o di essere semplicemente accettati? Fare meno in questo momento significherebbe riportare in equilibrio un sistema in cui faticate ormai a rimanere perchè troppo stanchi o provati emotivamente. Mollare significa consentire a forze maggiori di agire al nostro posto. Magari ne rimarrete sbalorditi.
Bilancia: certe cose capitano anche a voi. Perseo e i calzari di Ermes
In molte fiabe i protagonisti ricevono aiuti dei quali devono loro malgrado imparare a fidarsi. Anche nel mito accade. Perseo, figlio di Zeus e della mortale Danae, per esempio come molti personaggi semi divini dovette scontrarsi con prove durissime. Una delle quali fu uccidere Medusa, l’unica mortale delle Gorgoni, mostri confinati nell’estremità del mondo conosciuto, ovvero nel Giardino delle Ninfe Esperidi, come dire un luogo quasi leggendario. Medusa poi aveva poteri particolarmente fatali. Pietrificava la gente con il solo sguardo. Schiere di eroi negli anni erano stati tramutati in sassi da giardino che arredavano il parco privato delle Esperidi. Perseo dunque sapeva di dover compiere un’azione utile e giusta, sapeva bene anche che Medusa fosse un pericolo sociale da non poco, tuttavia era sprovvisto delle necessarie protezioni. Come poteva mai evitare l’insidia di un mostro che poi tanto mostro non doveva essere dato che in tanti prima di lui si incantarono a guardarla come fosse una sirena? ( notare bene: Medusa un tempo fu una avvenente fanciulla macchiatasi di un atto empio nei confronti di Atena venne da questa tramutata nel mostro noto alla mitologia). E qui arriva l’aiuto insperato che il nostro eroe dovette essere in grado di accettare. Ermes, volato giù dalle altezze imperiture dell’Olimpo stesso, gli consegnò dei calzari alati molto simili a quelli che egli stesso indossava per consegnare messaggi un pò ovunque fra i Divini e non, mentre la Pallade Atena in persona gli fece dono di un elmo che rendeva invisibili. Così bardato forse anche un personaggio con meno skills di Perseo avrebbe avuto facilmente ragione dell’insidiosa Gorgone. Che in effetti venne decapitata e poichè la sua testa, anche privata del corpo manteneva i suoi poteri, venne usata dal nostro Perseo come arma magica in molte altre sue avventure.
E chi vive l’energia Bilancia adesso potrebbe essere chiamato a dover accettare aiuti a cui stenta a credere tutto sommato. Neale Donald Walsh, ex clochard americano, scrittore di best seller internazionali sulla tematica del dialogo che si può instaurare con Dio, dice spesso che Dio ci parla ogni giorno, il problema è capire che ci sta parlando e non etichettarlo in altro modo. Questo è quello a cui i Bilancia dovranno fare attenzione. Quello che state facendo è giusto, ma vi serve la capacità di cogliere quelle sincronicità che consentono al Divino di entrare nella nostra vita di tutti i giorni. Non rimandate al mittente i calzari alati di Ermes perchè pensate che a voi certe cose non possano capitare.
Scorpione: Gli abbracci terapeutici ( come quello di Penelope ed Ulisse)
Di Penelope si parla assai meno di Ulisse nel mito. Passa per essere la devota moglie che per decenni aspetta il ritorno dell’amato marito. Eppure Penelope compie un’impresa che non è meno difficoltosa dell’infinito pellegrinaggio del consorte per mari. La sua casa infatti è assediata dai Proci, uomini che non aspettano altro che il cadavere di suo marito rispedito dall’assedio di Troia ( avvenuto per altro a causa dell’infedeltà di Elena, cugina della stessa Penelope) o che lei si decida una buona volta a finire quel certo lavoretto tessile con cui si diletta nelle calde ore del giorno. Un sudario dice. Penelope vuole infatti decorare come si conviene il telo funebre del suocero Laerte morto in assenza di Ulisse. Già anche questo. Anche un lutto negli anni della lontananza di cui doversi occupare, e di un figlio piccolo oltre tutto. Penelope è una fine equilibrista a ben vedere. Ha nervi d’acciaio per non lasciarsi andare alla disperazione di non saper nulla del marito mentre rozzi sconosciuti stazionano senza rispetto nella sua casa facendole pressioni per infilarsi nel suo talamo nuziale. E’ uno di quei silenziosi personaggi intelligenti di cui il mondo avrebbe un infinito bisogno. Perchè è un’osservatrice ed è accorta. Le sue mani nella quiete della notte disfano tremanti quello che è stato tessuto durante il giorno per evitare progressi nell’opera e zittire i Proci, tutto sommato distratti che svuotano le cantine e uccidono il bestiame per i loro banchetti per lo più. Il mito la ricompensa. Quando Ulisse fa ritorno alla casa che ha lasciato eoni prima stenta a riconoscerlo travestito da mendicante per non essere riconosciuto dai Proci, dovrà raccontarle per filo e segno come aveva fabbricato anni prima il loro talamo nuziale affinchè Penelope quasi svenga incredula nel suo abbraccio. E lo Scorpione potrebbe sentirsi incredulo alla stessa maniera. Che una lunga fatica durata anni potrebbe vedere il suo capitolo finale in questa fase. Che la preparazione di qualcosa in cui ha investito tempo, risorse ed energia sia completa. Fidatevi. Fidatevi che davanti abbiate Ulisse in persona vivo e vegeto. Che sia il tempo di lasciare che le cose accadano al di fuori della vostra progettualità. Sono pronte per essere portate al mondo e lo siete anche voi. Avete bisogno di un abbraccio terapeutico. Di quello che vi offrirà la vita se avrete la forza di pensare che il tempo sia giunto per qualunque cosa voi sappiate nel vostro cuore.
Sagittario. La ragion di Stato sulle spalle ( Era non è un esempio da imitare)
Perfino la strada dei Divini a volte è lastricata di difficoltà. Era per esempio non aveva nessuna intenzione di sposare Zeus e di diventare la Regina consorte degli Dei. Il mito racconta che rifiutò le attenzioni del futuro sovrano degli Dei in diverse occasioni. Le appariva borioso ed eccessivamente sicuro di se. Il che era di grande imbarazzo per tutti perchè Zeus era il massimo a cui potesse aspirare un essere femminile, mortale o divina che fosse. Forse Era sapeva che quell’onore che avrebbe colmato di gioia chiunque nascondeva spine esattamente come una rosa. Non aveva ancora coscienza dell’infedeltà imperitura di cui Zeus si sarebbe reso artefice nel corso del matrimonio, ma un intuito sano e forte la spingeva via da quell’unione ancora prima che venisse celebrata. Eppure fu più potente la ragion di Stato. Serviva una Regina ed Era aveva i giusti requisiti per la corona. Fu un karma che dovette far suo per il bene collettivo. Come è capitato negli ultimi tempi ai Sagittario. Siete appena fuori da un periodo denso di difficoltà di cui vi siete sobbarcati per un bene superiore, con la generosità che vi appartiene. La buona notizia è che la fase peggiore è alle spalle e adesso che il lavoro sporco è stato svolto si affacceranno anche possibilità di nuove emozioni, di contatti sociali e incontri. Differentemente da Era (che cadde preda di un lancinante e distruttivo senso di ingiustizia per la sorte toccatele) non chiudetevi nell’austerità di quello che vi è piovuto sulle spalle ultimamente. Uscite, ridete, ballate se potete.
Capricorno il vero senso è sotto le apparenze (come Filodemo e Bauci intuirono a cena)
Ermes e Zeus ,come spesso fanno padre e figlio, racconta il mito, si trovarono a questionare sulla bontà degli esseri umani. Zeus era persuaso che fossero crudeli ed egoisti, Ermes sosteneva il contrario e decisero di porre fine alla discussione prendendo le sembianze di due mendicanti e mettere alla prova il cuore dei mortali. Bussarono a molte porte in cerca di cibo o ospitalità e furono brutalmente cacciati, percossi e maltrattati. Poi giunsero sempre più sconfortati a una capanna di fango e canne del tutto modesta. Ci vivevano una anziana coppia di sposi chiamati Filemone e Bauci. E da questi furono accolti e rifocillati con il povero cibo che avevano in casa. Durante la cena tuttavia i due sposi si accorsero che il vino nei recipienti non arrivava mai al fondo e iniziarono a sospettare di non avere davanti esattamente due senza tetto. Allora Ermes e Zeus si mostrarono nel loro fulgore divino e ammisero la propria identità. Questo riempì i due poveri contadini di stupore e incredulità. Andarono immediatamente a tirare il collo all’unica oca che possedevano per offrire un pasto degno al Re degli Dei e al suo divino figlio. Ma i Divini avevano visto quanto bastava. Trasformarono la spelonca di Filemone e Bauci in meraviglioso tempio colmo d’oro e li resero guardiani a vita con la possibilità accordata loro di poter morire insieme, come insieme erano sempre vissuti. Forse i Capricorno in questo momento si trovano a vivere situazioni che all’occhio superficiale della personalità potrebbero apparire come seccature o zavorre. In verità quello che solca il mare della vostra esistenza oggi cari Capricorno è il viatico di un’espansione che adesso vi è difficile capire pienamente. Ma ci sono Ermes e Zeus sotto mentite spoglie attorno a voi ora. Hanno il viso dei vostri parenti, degli amici, del partner di chiunque vi ponga davanti una questione spinosa con cui confrontarvi o un atto di empatia a cui aprirvi. Non lo comprenderete ora. Ma prima o poi sarà chiaro. Non respingete anche voi i mendicanti alla vostra porta, potrebbero ricaricarvi le giare di vino senza che voi nemmeno ve ne accorgiate. I miracoli non hanno sempre l’etichetta del paradiso attaccata.
Acquario. Il Maestro è nel Cuore mica fuori ( vedi Psiche e le sue sorelle)
Psiche, fanciulla dotata di una bellezza talmente tanto sfacciata da poter essere paragonata alla stessa Afrodite, non era parimenti accorta. Anzi. Tutti i suoi guai iniziarono quando decise di ascoltare i consigli altrui sulle proprie vicende personali. Accadeva infatti che un misterioso spasimante, uscito dalla folta schiera dei suoi ammiratori, l’avesse rapita e condotta in una sontuosa villa in cui le venne offerta una vita da regina. Servitori, cibo, lusso e ogni comodità. L’unica condizione da accettare era quella di non conoscere il volto del proprio amante. E che amante. Nel talamo, al buio, bendata, Psiche veniva inondata dall’amore più appassionato che un corpo umano potesse percepire praticamente ogni notte. Poteva andare per lei. Sapeva di essere al sicuro, sapeva che nulla le sarebbe mancato e che tutto sommato non conoscere identità e volto del proprio amato poteva non essere cosi importante. Qualcosa in lei accolse senza porre condizioni la prosperità che il fato aveva deciso di donarle in ragione della sua straordinaria bellezza. Ricevendo e basta. Accogliendo. Abbracciando quel che c’era. Poi andò a trovare le sue sorelle che non erano parimenti belle e soprattutto nutrivano un’invidia bruciante per la sua buona sorte. Le suggerirono l’idea che di sicuro il suo ricco e passionale amante potesse essere un uomo deforme, un mostro inguardabile, altrimenti perchè la benda e tutta quella segretezza? E Psiche mollò il suo istinto accogliente e intuitivo per far posto ai dubbi della mente instillati dalle invidiose sorelle. Raccattò una candela e attese fremente che il suo amante ignoto si addormentasse dopo il loro consueto e magistrale amplesso.
La luce tremula della candela fece apparire i tratti meravigliosi di Eros Dio dell’Amore, figlio legittimo di Afrodite. Che si destò per la cera bollente colata dalla candela sulla sua pelle, e che per essere stato visto da Psiche dovette abbandonarla immediatamente rompendo l’idillio, altrimenti sua madre Afrodite per gelosia di quella ragazza continuamente paragonata alla sua bellezza, l’avrebbe fatta fuori prima di subito. Chi state ascoltando cari Acquario? A chi state tributando più importanza del dovuto? Dimenticandovi che il Maestro ognuno di noi lo porta nel cuore ed è quella saggia voce che sa perfettamente cosa fare quando ascoltata? Potreste avere fra le mani la possibilità di una vita densa di prosperità e soddisfazioni ma il rischio è quello di non crederci abbastanza, di non fidarvi del Maestro nel Cuore più di quelli autentici o meno che avrete modo di trovare attorno a voi. Psiche aveva capito tutto ben prima che visitasse le sorelle, esattamente come voi e lo sapete fin troppo bene.
Pesci:non di solo pane vive l’uomo, ma è vero anche il contrario ( Ben lo sa Arianna)
Spesso le eroine della mitologia si innamorano al primo sguardo. Cosi capitò ad Arianna quando pose gli occhi su Teseo, giunto a Creta per liberarla dalla presenza del suo mostruoso fratello Minotauro. Le parve così miracoloso e bello che il suo cuore si strusse immediatamente all’idea che il bestiale fratello facesse un sol boccone di lui. Decise di aiutarlo senza sapere che cosa quel meraviglioso giovane potesse pensare di lei, impavida. Lo avvicinò. Gli consegnò un grosso gomitolo. Gli soffiò nelle orecchie di lasciarlo scorrere alle sue spalle avanzando nei vicoli del labirinto per essere certo di ritrovare la strada una volta fatto fuori il mostro. Fu provvidenziale perchè Teseo riuscì nell’impresa certo per le sue abilità di guerriero, ma anche perchè il grande cuore di quella principessa gli mise la soluzione sul piatto d’argento per non morire di inedia dentro la tremenda architettura concepita da Dedalo. E cosi spesso fanno i nativi dei Pesci. Avete l’intuizione dei bisogni altrui chiara come nessun altro e riuscite a trasformarvi facilmente in quel gomitolo di lana fra le mani di chi ne ha bisogno, quel gomitolo che permette a tutti di ritrovarsi. Attraverso una chiacchera con i Pesci si trova spesso il senso smarrito in un grande labirinto esistenziale che si sta vivendo e i Pesci non chiedono mai nulla di materiale in cambio generalmente. Come Arianna offrono al di la di ogni possibile riconoscimento. Nello Specifico Teseo uscito dal labirinto come un Ufficiale e Gentiluomo ante litteram marciò verso le stanze reali del palazzo di Creta per sollevare fra le braccia la buona Arianna e portala via con sè, sulle sue navi, alla volta di una vita migliore. E’ quello che i Pesci spesso sperano nel silenzio delle loro grandi menti intuitive. O sperano. D’essere amati per quello che danno non retribuiti. Forse questo è l’errore di questo periodo Pesci. Magari quel che fate dovrebbe avere un costo piuttosto che una fumosa aspettativa d’amore. Siete incarnati. Avete esigenze materiali oltre che emotive. Qual’è il servizio che rendete agli altri senza porre le dovute condizioni? Ci penserete nel caldo di Agosto. Magari al buio della Luna Nuova in Leone che farà riflettere in molti su ruolo che occupiamo. Soprattutto voi.
con amore
sempre vostra e sempre a servizio
Francesca Spades
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