Luna Piena di Wesak. Il potere del mollare.

Il mese di Maggio è associato nel nostro immaginario collettivo al fiorire. Fioriscono le rose, fioriscono i prati. L’aria si fa dolce e profumata, le giornate risplendono di molte ore di luce e il Sole si fa ogni giorno più generoso. Il mondo si ammanta dei colori più accattivanti che conosce. La bellezza sembra diventare la parola chiave di Madre Natura. E la bellezza è la cifra principale dell’archetipo astrologico che del mese di Maggio è il signore assoluto: il Toro. Il suo è il territorio in cui la coscienza fa esperienza del creato e della sua sfolgorante bellezza. Sulla ruota zodiacale il Toro occupa la seconda stazione, succede alla guerra sanguinaria dell’Ariete per esistere. Succede alla grande deflagrazione del fuoco Divino che crea il mondo, quell’esplosione che l’astronomia ci indica con il nome di Big Bang. Nel Toro la coscienza ormai creata deve relazionarsi a tutto il resto di quello che è originato dal Divino. E la creazione è meravigliosa, bella quanto la Natura che vediamo respirare in questo momento priva delle nostre umane spire spesso velenose. E’ un Maggio di privilegio quello in cui forse ci consentiranno di tornare timidamente a qualche movimento. E il privilegio sarà quello di vedere un cielo che non abbiamo mai visto così limpido sopra le nostre teste. Il privilegio sarà l’aria carica di aromi invece che di fetori nelle nostre città, gravida dei fiori di ogni campo che avrà attraversato, madida del mare da cui correrà veloce alle nostre narici senza sporcarsi dello smog usuale dei nostri centri abitati.

Questo è un Maggio di bellezza naturale assolutamente esaltata. E Venere/Afrodite che regge il segno del Toro sembrerà ancor più enfatizzata nelle sue doti principali. Fascino, armonia, sensualità. Inizieremo a tornare lentamente alle nostre esistenze trasformati dalle grandi congiunzioni in Capricorno che ci hanno accompagnato nelle prime fasi dell’anno. E sono trasformazioni profonde ed irreversibili. Trasformazioni che hanno portato il crollo di un mondo affinchè se ne potesse preparare un altro. Non è un caso che si dischiuda il recinto delle limitazioni a cui siamo soggetti sotto la reggenza dell’archetipo Toro e in prossimità della Luna Piena del 7 Maggio prossimo.

La piena lunare di questo mese è infatti un momento vibrazionale unico nell’anno.

Per la tradizione originaria buddista coincide con la festività di Vesak, poi divenuta nei secoli Wesak, ricorrenza di benedizione planetaria per l’umanità, in cui si celebra la parabola di vita e ascensione del Maestro del Cosmo Gautama Buddha, che abbandonò l’esperienza corporea secondo le cronache nella lunazione piena di Maggio nell’anno 483 A.C. In larga parte del mondo la Luna Piena di Maggio è foriera dunque di benedizioni che l’energia del Maestro Asceso prodiga a tutta l’umanità nel suo complesso. Per il movimento Teosofico del secolo scorso la festività di Wesak avvicina l’energia della Gerarchia intera dei Maestri Ascesi di Shamballa al nostro piano fisico incarnato, rendendo più tangibile l’energia spirituale e la forza del progetto Divino per la Terra. E il dato astrologico è in perfetta armonia con la chiave d’interpretazione esoterica dell’evento. Il 7 Maggio prossimo infatti avremo una piena Lunare che si caricherà dell’energia abissale dello Scorpione ed entrerà in conflitto aperto con Urano e Mercurio in transito nell’archetipo opposto del Toro, quadrando al contempo la spinta di Marte in Acquario.

Avvertiremo il bisogno di tornare in potere delle nostre esistenze, di tornare nella cabina di regia di vite mollate all’improvviso come fuggitivi due mesi fa, con la velocità e l’urgenza di un pericolo mortale, o percepito tale, che si è rovinosamente abbattuto su tutto il mondo e sul nostro Paese in particolare. Ci siamo sentiti frustrati, derubati del controllo, ridotti a sedere sul divano di casa in attesa di un bollettino, quasi fossimo in guerra. Di una assurda conta di caduti e sopravvissuti le cui cifre avrebbero decretato la dose di potere delle nostre giornate future di giorno in giorno. Potremo uscire? Potremo guadagnare? Potremo vivere? Sono queste le domande che ci siamo fatti per due mesi mentre il mondo attorno crollava a poco a poco assieme alla Borsa e ai voli pindarici dello Spread. E il nostro potere personale, di cui l’archetipo Scorpione ci viene a chiedere conto, dove è andato a finire? Siamo ancora padroni delle nostre esistenze o no? Questo ci chiederemo in questa speciale Lunazione.

Potremmo avvertire la tensione di doverci reinserire in un mondo che non è più quello che ci siamo lasciati alle spalle, potremmo avvertire frustrazione, impotenza, insicurezza. E allora la chiave sarà porsi le giuste domande. Perchè la realtà che ci troveremo a vivere non sarà altro che la proiezione esterna di un bisogno di cambiamento che collettivamente abbiamo prodotto. Sarà la pietosa risposta materializzata ad ogni volta che negli anni passati abbiamo avvertito di essere immersi in una routine impossibile, sferzata da tempistiche inumane, sottoposta a pressioni ingestibili di aspettative e target da realizzare. Il Pianeta ha detto basta per tutti. Saturno maestro del karma è passato in Acquario. Il registro è cambiato che lo si accetti o meno, che si comprenda o meno che è quello che in verità serve a ciascuno di noi, perchè il mondo è sempre perfetto. Sono le nostre idee circa il mondo che non lo sono quasi mai. Siamo noi a non percepirne le geometrie sacre e precise al millimetro che ci attorniano.

Si narra che il maestro Buddha abbia lasciato le stanze del palazzo reale in cui era cresciuto all’età di 29 anni e abbia poi trascorso i successivi sette anni nella pratica della meditazione passando di maestro in maestro e di tecnica in tecnica e di scuola in scuola, fin quando, all’età di 35 anni, non sedette sotto un albero di Fico realizzando in una notte di Plenilunio nel mese di Maggio che nessuna delle pratiche esperite avrebbe potuto consegnargli la libertà interiore. E narra ancora la sua storia, fu esattamente in quell’istante di comprensione profonda e di resa assoluta che venne travolto dall’Essere. Fu in quell’istante che il Nirvana dischiuse le porte alla sua Coscienza. E il termine sanscrito Nirvana ha un’etimologia sorprendentemente chiara in questo senso. Deriva da nir + va, ovvero cessazione del soffio, che in modo più lato può essere tradotto come “estinzione”. Fine. Capolinea. Di che cosa? Delle aspettative, della nostra necessità di controllare, di dare una direzione agli eventi. Di figurarceli mentalmente e poi di soffrire per le difformita di quello che viviamo. La pace arriva quando sappiamo spogliarci dell’arroganza mentale di veder comparire certe precise cose al nostro orizzonte e null’altro. Quando ci liberiamo dell’idea di sapere sempre cosa dovrebbe o non dovrebbe succedere e quando la piantiamo di alimentare conflitti con quello che c’è sul piatto.

La pace è smettere piuttosto che continuare.

Il Plenilunio attuale dunque ci porterà in contatto con la necessità di rivoluzionare la nostra idea di potere a 360 gradi. Chi è davvero potente? Chi vede la realtà esterna combaciare con le proprie aspettative interne. Ma questo è un allineamento che non può arrivare nelle nostre vite se non quando ci si è resi sufficientemente conto del fatto che la mente è un generatore casuale di paure e proiezioni spesso bugiardo e mistificatore. La liberazione è un concetto che ha punti di tangenza importanti con l’idea di finirla. Di mollare. Di lasciar andare. Di sapersi sganciare dal filo diretto del mentale sempre acceso che dice giusto, sbagliato, nero o bianco.

La scrittrice statunitense Katie Byron è stata una donna qualsiasi fino al 1986 prima di diventare una delle voci più importanti del self help e della crescita interiore dei primi anni novanta. Nei suoi libri racconta di essere stata una moglie e una madre come milioni di altri, presa dalla famiglia e dal lavoro, dalle incombenze e dalle frustrazioni quotidiane di noi tutti. Fin quando non cadde in una tremenda depressione per cui giunse al ricovero in una struttura ospedaliera. Dovette perdere tutto quello che aveva per arrivare al proprio personale Nirvana o meglio cessazione. Realizzò da sola sul pavimento della sua stanza in clinica, disperata e abbandonata, che era la mente il problema, non il mondo. Che erano le proprie idee sul mondo a generare il dolore non il mondo. E racconta che tornata a casa dai suoi cari la sua vita le sembrò totalmente rivoluzionata. Come prima del ricovero trovava ancora i calzini dei suoi due figli gettati nel corridoio e la circostanza in altri momenti della sua vita avrebbe generato conflitto o irritazione, invece la donna emersa da quella esperienza di espansione pensò che fossero i suoi pensieri la causa di tutto ed iniziò a raccogliere la biancheria lasciata in giro dai figli scegliendo di non covare rabbia o astio per quello che essi avrebbero dovuto fare e non facevano. In altre parole comprese che non era il dato reale il problema ma l’idea che essa se ne faceva affondando nei propri pensieri. E racconta Katie che quando smise di lagnarsi o recriminare rimettendo in ordine i suoi figli iniziarono spontaneamente a collaborare per aiutarla. La realtà è quello che è, quello che fa la differenza è il pensiero che di quella realtà decidiamo di vivere. Scrive Katie Byron ” I nostri genitori, i figli, il coniuge, il mondo continueranno a spingere i nostri pulsanti interiori finchè non avremo capito che cosa non vogliamo ancora conoscere di noi stessi. Spesso è proprio la situazione che meno ci piace quello che stiamo cercando : l’entrata in noi stessi”

La sofferenza e la frustazione sgorgano dai nostri pensieri dunque non dal mondo. E spesso nei suoi testi Katie ripete “come staresti se potessi eliminare i pensieri che ti fanno male?” Come sarebbero le nostre vite se rinunciassimo ai pensieri che ci portano a dire giusto, sbagliato, bianco o nero?

Vorrei allora che il Plenilunio di Wesak portasse tutti l’occasione di pensare a che tipo di vita sarebbe la propria eliminando i pensieri più pesanti, quelli che generano più conflitto e dolore, semplicemente rinunciando ad essi. Auguro a tutti, a ciascuno la fuori, di comprendere che essere potenti ha molto più a che fare con il rinunciare che con il fare. Ha molto più a che fare con l’arrendersi a quello che c’è, così com’è senza cercare di modificarlo, piuttosto che nel distruggersi nel combattere per renderlo diverso.

Avremo a che fare con un mondo, uscendo dalla nostra chiusa, in cui sarà complicato sentirci in armonia nei prossimi tempi. Saranno ancora molti gli spazi di libertà che ci verranno negati. Comprendere la carica di potere che è dentro l’atto del mollare diventa una lezione d’amore che il Cosmo ha deciso di impartirci per renderci veramente liberi una buona volta.

Se (vi) amate… mollate.

Siete luce

Siate Luce

sempre vostra e sempre a servizio

(imm. Hua Aira on Pinterest)

Francesca Spades

se desideri un consulto astrologico con me puoi scrivere alla mail: francescaspades@gmail.com

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