“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” W. Shakespeare – La Tempesta
I sogni notturni rientrano nell’archetipo dei Pesci. Il regno di Nettuno, dio delle profondità marine. Il suo è un mondo completamente alternativo al mondo terrestre, in cui le cose appaiono deformate dalla lente dell’acqua, in cui le distanze sono azzerate dalle correnti, in cui dal nulla può originarsi una tremenda tempesta con onde alte come palazzi, oppure una bonaccia estenuante erosa dal sole per giorni e giorni. Il mare è un luogo in cui le regole della terra ferma sono sovvertite, non c’è un giù o un sù, non c’è possibilità di mettere confini, barriere o paletti, perchè la fluidità dell’elemento acqua non risponde alle imposizioni, piuttosto le aggira, le consuma e le trasforma.
L’analogia con le scene e le situazioni che viviamo nel profondo delle nostre notti è evidente.
Nel sogno le immagini diventano la condensazione di emozioni a cui cambiamo i connotati attraverso lo strumento del simbolo. Il sogno ci parla con la lente alterata delle allegorie. Situazioni, persone, circostanze diventano allora il filtro magico di quello che si agita nel nostro inconscio. Quella grande porzione d’ombra su cui scorre adagiata la nostra esistenza. Quella parte di noi che non riconosciamo o che rifiutiamo che Jung fissò impietosamente alla percentuale del 95% di quel che siamo.
Non c’è niente di più prezioso e diretto di un sogno per rivelare i moti interiori di quella consistente parte in cui lo scandaglio della nostra mente cosciente non riesce ad affondare.
I nostri incubi, i sogni che ricorrono, quelli che restano marchiati a fuoco nel ricordo cosciente anche da svegli, i sogni che ci sembrano voler comunicare qualcosa, sono tutti strumenti preziosi di auto comprensione. Non c’è bisogno di andare chissà dove per capire il senso di quello che viviamo, il mondo è uno specchio fedele di quel che siamo e specialmente di quel che siamo ma non sappiamo di essere. Ed è proprio questo che ci rende difficile spesso comprendere quello che viviamo, il senso delle nostre esperienze. Quando al sogno e al suo linguaggio di immagini si associa uno strumento di analisi potente come l’Astrologia Karmica e Archetipica diventa molto più semplice dare una voce al nostro subconscio, portare alla luce quello che ribolle nel nostro magma interiore e che vorrebbe entrare nel cerchio luminoso della nostra coscienza.
Anni fa c’era un sogno che continuava a ripetersi per me.
Ero seduta sul ciglio di una grande strada trafficata, le persone mi camminavano attorno anche freneticamente, ma era come se non mi vedessero o comunque non facessero caso alla mia presenza. Mi rendevo conto ad un tratto di non essere seduta su una panchina o su una sedia ma sul dorso di un enorme coccodrillo nero. Non provavo timore, ma una sorta di incredulità. Come può tutta questa gente camminare accanto a un mostro simile e non vederlo? Mi chiedevo senza soluzione. Il sogno terminava inevitabilmente quando le mie domande sulla bizzarria della situazione scemavano e tutto svaniva nella nebbia confusa di mille altre scene, come spesso accade ne nostri vagabondaggi onirici.
Nel corso del tempo imparai tuttavia ad associare i segnificati simbolici alle varie figure attraverso lo studio dell’Astrologia archetipica e finalmente divenne possibile comprendere il messaggio in cifra di quel sogno così persistente. La strada e il traffico, il brulicare delle persone attorno, potevano essere facilmente associate all’archetipo Gemelli, che significa scambio, movimento, espressione, legato a Vishuddha, il quinto chakra del nostro corpo energetico. Il parlare, il consentire a noi stessi di metterci in comunicazione con l’ambiente circostante, esternando i nostri contenuti interiori. Il fatto che tutto scivolasse frenetico attorno a me e ne fossi quasi tagliata fuori stava ad indicare il blocco che vivevo profondamente in quella specifica fase della mia esistenza. L’urgenza di comunicare che restava frustata e inappagata ( infatti soffrivo frequentemente di faringiti o abbassamenti vocali) perchè non direzionata, perchè priva di un messaggio preciso da veicolare fuori. Che cosa avevo bisogno di far sapere così intesamente? E a chi? Il sogno mi consegnava la soluzione perfetta di questo quesito. Il coccodrillo infatti è legato simbolicamente all’archetipo dello Scorpione, regno di Plutone, Dio dell’Ade, signore dell’oltretomba che rappresenta la più ineluttabile e radicale trasformazione della nostra esistenza: il varco della morte. Il fatto che fosse di colore nero collegava il simbolo così anche all’archetipo del Capricorno, territorio di Saturno. La riduzione all’essenziale, il bisogno di eliminare vecchie parti ormai stantie potando rami secchi del vivere quotidiano. Il grande coccodrillo stava dunque ad indicare un grossa trasformazione che si stava attuando interiormente e che faticavo ad ammettere a me stessa. In un’ottica allegorica ancora più profonda all’archetipo Gemelli può anche essere accostato all’attività febbrile di cui carichiamo le nostre giornate, come insetti operosi che da fiore in fiore volando consentono alla natura di portare avanti il ritmo della riproduzione e delle stagioni. il Dinamismo, l’essere in attività. Da tempo infatti il l’attività che svolgevo, il mio lavoro, si stava dimostrando sempre meno in linea con il mio cammino evolutivo e i miei reali interessi e sogni, ma poichè stabile e ben remunerato, rischiava di trasformarsi in un vicolo cieco difficilmente eludibile. Allora la strada trafficata che non si accorgeva della mia presenza manifestava simbolicamente la difficoltà che incontravo nel portare alla mia mente di superficie il problema, nel confessare e quindi comunicare a me stessa e alla mia parte razionale che un buon lavoro, per quanto ben pagato e fonte di sicurezza, poteva trascinarmi in una stasi esistenziale asfittica e mortificante. D’altro canto il cambiamento che si imponeva doveva necessariamente passare per una fase di lutto o perdita (Saturno), per una morte di quel lato ormai sorpassato di me stessa, ovvero l’abbandono di una professione ormai non più autentica e fuori vibrazione. Il messaggio del binomio Plutone Saturno è sempre un perdere per trasformare. E’ sempre un fare spazio per accogliere. Svuotarsi per riempirsi di nuovo.
L’associazione degli archetipi astrologici alle immagini oniriche può dunque facilmente trasformarsi in una mappa delle nostre spinte inconscie da portare alla luce della nostra mente superna. Può aiutarci nella comprensione delle nostre sfide, scelte, delle nostre esigenze, delle nostre aspirazioni e rappresentare uno strumento in più per la nostra autoconoscenza e consapevolezza, e l’adagio del tempio di Delfi sulla possibilità di conoscere gli Dei e l’Universo attraverso l’incontro con se stessi è più attuale che mai oggi anche dall’antichità temporale da cui ci giunge.
Per questo ho deciso di mettere a disposizione per tutti coloro che lo desiderassero l’incontro fra gli Archetipi Astrologici e i sogni. Sarà oggetto di un consulto speciale che potrete richiedere previo appuntamento scrivendo alla mail:
francescaspades@gmail.com
Ascolterò i vostri sogni e daremo insieme un nome alle vostre immagini.
Love
Shanti
a vostro servizio come sempre…
Francesca Spades
Un pensiero riguardo “Astro Interpretazione dei sogni: una mappa per l’inconscio”