La corsa dei pianeti a rintanarsi nell’archetipo del Leone ha infiammato il Cielo e ha generato a livello collettivo la necessità di trovare la forza e il coraggio per volgere la nostra attenzione su tematiche che ci riguardano da vicino e che a livello evolutivo non possono più essere ignorate. Sono tematiche antichissime. Quelle sollevate dal trittico Saturno, Plutone e Nodo Sud nel segno del Capricorno. Tematiche che riguardano le regole che hanno formato la nostra realtà fino ad oggi, i dogmi che ci siamo portati dentro, elevando a verità insolubili delle convinzioni radicate nella nostra zona d’ombra. In quel cono di inconsapevolezza che proiettiamo davanti ai nostri occhi e che origina tutto quello che ci stringe attorno il cerchio rovente del conflitto. E Parlando di conflitti c’è da aggiungere che la Luna nel primo pomeriggio di domani registrerà il suo picco nel segno dell’Acquario e attestandosi su posizioni antitetiche a Sole, Marte e Venere.
Da un certo punto di vista ci da la misura esatta della stanchezza che comporta questa fase e del desiderio che si potrebbe avvertire di mollare certe battaglie interiori. E’ tanto impegnativo sostenere questa energia cosmica. Il fuoco del Leone è la miccia della coscienza. E’ il coraggio di guardare i nostri Cerberi interiori e mozzargli la testa con la spada. Significa aver incontrato più che in altre fasi storiche i nostri problemi più spinosi legati all’opinione che abbiamo di noi stessi e che ci viene specchiata dal mondo, legati alla materia, legati al nostro senso di stabilità e sicurezza. Al nostro stare nel mondo. L’opinione che abbiamo nel profondo di noi stessi è riverbero fondamentale per capire tutta una seria di situazioni che viviamo e in cui magari, assurdamente, stentiamo a vederci rappresentati. Joe Vitale è uno che ha scritto numerosi best seller di marketing spirituale. Ha la faccia simpatica e le giuste capacità comunicative. E’ Americano e questo è fondamentale per il tipo di missione karmica che doveva assolvere, perchè in nessun luogo come negli Stati Uniti il conto in banca può arrivare a definire un uomo. Nei suoi scritti compare il concetto di set point interiore. Ovvero del punto in cui a livello inconscio tutti noi fissiamo l’asticella delle nostre possibilità. “Fin qui e non oltre”. “Questo è quello che merito”. “Più di così non si può”. In genere queste sono le affermazioni che attestano il nostro set point. Spesso non ne siamo per niente consapevoli. Spesso i nostri desideri registrano una gittata più ampia ma restiamo fissi nella realtà a certe altezze senza un motivo apparente. Vorremo denaro per viaggiare, per risolvere situazioni spinose, debiti nostri o altrui, per vivere con meno senso di precarietà, per realizzare un progetto che abbiamo a cuore, eppure per quanto il nostro desiderio possa anelare i soldi sono sempre quelli, i debiti pure, l’ansia legata a queste situazioni la stessa di sempre. Joe Vitale non parla di astrologia ma i temi che affronta nei suoi testi sono temi legati all’archetipo Leone a doppio filo. Il set point è la pena struggente che spesso il Leone si auto infligge quando non riesce a donarsi l’autostima e l’auto amore di cui necessita per brillare del suo vigore Leonino. Per riflettere la Luce del Divino che è il suo compito esistenziale ed archetipico. Il Cielo ce lo ricorda senza pietà.
Sembra chiederci con l’aria arroventata di questi giorni : dove hai fissato nel tuo cuore il tuo set point? Quanto pensi di valere se desideri cose che releghi nella dimensione del sogno perchè inconsciamente da qualche parte obbedisci ancora alla convinzione di meritare mille euro al mese e non un centesimo di più? Le convinzioni limitanti sono il nemico giurato di questo Cielo. Devono uscire una ad una ed essere trasmutate dal fuoco della nostra coscienza. Le abbiamo ricevute in mille occasioni diverse.
Abbiamo avuto genitori pazzamente dediti al risparmio, magari figli di uomini e donne devastati dalla guerra, ci siamo sentiti dire che nessuno può regalarci niente, che la vita è dura e che ogni singola cosa va guadagnata con il sudore della fronte, soffrendo. Ci hanno insegnato che quel che viene velocemente e senza sforzo è sbagliato, che il denaro che arriva facendo quello che amiamo non è quasi vero denaro, perchè il denaro effettivo è quello che ricevi per essere stato otto ore al giorno chiuso in un posto che detesti a prendere ordini da personaggi che neanche stimi. Sono le convinzioni che abbiamo scelto per lavorare sul nostro personalissimo senso di precarietà e scarsità. Non è della famiglia in cui abbiamo deciso di incarnare, non siamo vittime del loro pensiero. Tutto quello che è nella nostra bolla esistenziale siamo noi. Il pensiero di nostra madre esce dalla sua bocca ma ci appartiene. Lei è il mezzo per combattere il mostro. Ce lo rende evidente. Ci fa il favore di accendere una grande lampadina luminosa nel mare oscuro della nostra inconsapevolezza.
Il Plenilunio segna sempre un picco energetico, se vogliamo anche un punto di rottura o di volta. Un momento chiave in una situazione ingarbugliata. Siamo stanchi certamente, ma siamo anche a uno snodo importante.
L’archetipo dell’Acquario è fortemente connesso al concetto di libertà.
Nell’Albero della vita della Cabala, l’Acquario è legato al Sentiero di saggezza che collega Netzach a Yesod. Ovvero la vittoria della Forza di Dio. Il Trionfo della Speranza che riesce a travalicare i cambiamenti. Nell’Acquario la coscienza è libera perchè ha completamente trasceso l’idea della separazione. L’altro è me stesso ed è parte di quella che Un Corso in Miracoli chiama la Figliolanza Divina. La Fratellanza universale. Allora le logiche di attacco e difesa legate alla separazione sono completamente venute meno nella zona di coscienza dell’Archetipo Acquario. Il Che significa che sono libero dalle coazioni. Libero da quelle dinamiche dualistiche che hanno imprigionato per secoli il viaggio della mia coscienza. Allora questo Plenilunio nel segno della Libertà potrebbe segnare una tappa fondamentale per smantellare quelle credenze limitanti sul nostro set point. Potrebbe essere il momento reale in cui uno scatto di coscienza porta più in alto l’asticella della nostra autostima, consentendoci di vedere riflessi diversi nel mondo che abbiamo attorno.
La luna dunque in questa chiave potrebbe suggerirci di osservare bene il frutto delle nostre recenti coscientizzazioni, di tutto quello che la polveriera cosmica nel segno del Leone sta illuminando, ma di mollare contestualmente la pretesa di poter cambiare a livello mentale quello di cui siamo profondamente convinti.
Le trasmutazioni non avvengono mai sul piano della mente.
Avvengono nel sentire. Quando dopo aver guardato, lasciamo che l’Universo faccia il resto con la sua forza travolgente. Fidandoci. Fidandoci che se abbiamo riconosciuto di avere un problema di scarsità, saranno le cose, il loro fluire, la loro saggezza a portare l’abbondanza. Il nostro è solo uno sforzo realizzativo.
Albert Einstein sosteneva che nessun problema può essere risolto sullo stesso piano che l’ha generato.
Lasciate che il cosmo faccia miracoli per voi.
Il suo set point non è calcolato sulle paure dell’infanzia o di altre incarnazioni.
Il suo set point è la Casa del Padre a cui stiamo tornando.
Love
Shanti.
Un pensiero riguardo “Luna Piena d’Agosto. Dove è fissato il nostro”set point” interiore?”