29 Maggio 2019
La Luna oggi in Ariete incontra Chirone e si salda alle sue tematiche. Marte Dio della Guerra sta già vivendo questo bizzarro sodalizio stazionando nell’archetipo del Cancro. Sempre Luna, sempre femminile, madre e cura. Oggi la dose rincara perchè la nostra parte yin appunto, il nostro lato recettivo e accogliente contatta la tematica dello scontro in un’evidenziatura che il Cielo ci sottopone per guarirci.
Il braccio di ferro fra il femminile e il maschile cerca una via di composizione.
La rabbia cerca di sciogliersi nella tenerezza.
La Luna signora del Cancro ci parla del nostro principio Animico. Il Cancro è lo spazio sacro della visione del nostro vero Io. Che è spirito e si avverte ma non si comprende razionalmente. Il Cancro ha la necessità di comprendere a fondo la sua vera identità. Che non è anagrafica, che non è posizionale o di status, ma è intima e profonda connessa all’Eterno. Il mito ci racconta anche la ferita profonda di questo archetipo.
Edipo è uno di quei figli che fanno paura ai padri.
A suo padre Laio infatti, re di Tebe, l’Oracolo di Delfi ha predetto che sarà causa di morte e distruzione gia prima del suo concepimento . E poichè i responsi dell’Oracolo Delfico non erano moniti da prendere sotto gamba, Laio decise di ripudiare la moglie Giocasta per evitare che questo sanguinoso erede prendesse forma nel mondo materiale. Ma quello che è karmico obbedisce ad una legge di causa effetto che ha l’ineluttabilità di ogni energia neutra e affrancata da fazioni. Infatti succede lo stesso con buona pace di tutti. Perchè Giocasta proprio non ci sta. Accende qualche candela, fa ingurgitare al recalcitrante marito un bel pò d’alcol, fa cadere le vesti e lo trascina una volta ancora nel suo talamo. Fatto. Edipo prende subito la strada di questo mondo nel ventre della madre. La sua però è una ferita da rifiuto fra le più terribili. Edipo è un figlio non semplicemente rifiutato, ma rifuggito. Sinonimo di distruzione e disgrazia per la sua stirpe. Il padre lo vuole morto. Lo appende per i piedi a una pianta nella selva come un lonzino, che se lo mangino le fiere! Che se lo becchino gli uccelli.
La ferita di Edipo è straziante.
E lo resta anche se un tizio lo raccoglie e lo consegna alla Regina di Corinto che lo tira su come un principe legittimo. Edipo non solo non sa chi è veramente, ma quello che sa nel profondo del suo sangue è di non essere stato mai voluto. Nell’archetipo del Cancro questa ferita è penosa.
Il Cancro è fra i segni in cui la ferita da rifiuto brucia ancora prima di quella da abbandono. E che ferita è quella da rifiuto? E’ una ferita sul diritto di esistere.
Di essere al mondo.
Laio aveva rifiutato la sposa che pure amava, che pure desiderava, pur di evitare il concepimento. Aveva lottato contro se stesso perchè Giocasta lo seduce in un baleno nonostante il ripudio. Segno che il cuore di Laio per lei ancora batteva a dei bei ritmi.
I rifiuti ci tolgono la voglia di vivere. I bambini rifiutati non crescono come gli altri ci dice un’osservazione empirica che forse alla scienza ufficiale ancora non interessa. I bambini che sanno di non incontrare il desiderio, il piacere, l’amore dei genitori hanno tanta voglia di tornarsene al mittente. Ed è comprensibile. Quando nascono però sono dei grandi combattenti. Lottano per sconfiggere un mostro molto crudele, che è ovviamente irreale come tutto quello che fa parte del mondo materiale e incarnato.
Allora La Luna in Ariete che si salda a Chirone, il grande guaritore, cerca con le sue mani delicate le giuste armi per combattere questo tremendo Cerbero interiore.
Quello che ripete che non abbiamo il diritto di esserci, che non abbiamo il diritto alla nostra fetta di torta. Ad essere amati, ad essere stimati, accolti, compresi, accettati.
Questo Cielo ci aiuta a cicatrizzare questo specifico tipo di squarcio animico.
Ci da la forza di Marte per combattere la brutta storia che dentro ci raccontiamo, come Edipo, che tutto sommato avrebbe potuto essere grato e godere dell’amore di Peribea e Polibo. Altri due re. Altri due genitori che la sorte gli ha donato. Che non avevano il suo sangue magari, ma un cuore abbastanza grande per averlo accolto come carne loro. Edipo avrebbe potuto fermarsi e amare. Fermarsi e sentirsi amato anche così. L’Universo gli aveva dato tutto il necessario. Ha voluto attenzionare la ferita interiore. Quel bisogno di rivalsa che viene dal sentirsi lo scarto di qualcuno che non è stato abbastanza maturo da amarci.
E questo vale per ognuno di noi.
Ognuno di noi ha una Peribea e un Polibo che distribuiscono amore e accettazione gratis. Ognuno di noi ha esattamente tutto il nutrimento che gli serve. Il punto è solo vederlo oppure decidere di attenzionare la ferita da rifiuto.
Ma le ferite dell’anima sono un gioco a perdere. Guariscono solo quando non sono più credute. Solo quando intenzionalmente decidiamo di non credere più alle balle che ci dipingono nella mente ogni giorno.
Lasciamo vincere quello che di bello esiste già nelle nostre vite.
Quello che di sicuro è già li, mentre siamo solo intenti a guardare nel buio come talpe.
Love
Shanti
(imm. Pinterest)