Nella mattinata di Martedì il Cielo solleverà il sipario su una serie di movimenti sincronici spettacolari.
Come un grande teatro di simboli e corrispondenze ci ammalierà.
Da un lato infatti la Luna, grande protagonista, azzererà il proprio percorso facendosi nuova di zecca nell’Archetipo dello Scorpione, abbracciando così Venere e Mercurio da poco accolti in transito nel medesimo territorio, quello del buio per eccellenza. Dall’altro lato, sempre essa, la Luna, proietterà fisicamente la propria ombra, alias buio, sul nostro pianeta, schermando solo parzialmente la luce del Sole, moto che chiamiamo Eclissi, di Sole appunto. Come dire black out, assenza, assenza di quel che illumina la nostra strada, quel percorso che veniamo a svolgere su questo piano duale terrestre con tanto impegno.
E a tal proposito nelle sue pagine astrologiche Alice Bailey avverte che lo Scorpione ha a che fare con due ordini di esperienze fondamentali per la coscienza umana.
Crisi e riorientamento.
Si tratta dunque di quel momento in cui una prova consente al Discepolo della Loggia Bianca in formazione di poter dare una nuova direzione al proprio percorso.
Più alta.
Come nella legge delle ottave di Gurdjieff, maestro di Quarta Via. Laddove sostiene che l’ottavo step di una scala di sette diventa luogo di possibile involuzione della serie o punto di elevazione, qualora intervenga uno shock addizionale. Ovvero un trauma o evento occorso in grado di modificare il livello energetico della scala e reindirizzarlo appunto.
Ma quanto siamo in grado di accettare il nostro personale shock?
Quanto siamo in grado di capire che una prova viene a chiederci a che punto siamo piuttosto che a far coriandoli di noi? Chiede se le nostre ali siano spuntate o si abbia ancora bisogno di razzolare giù nella polvere della terra.
Si attraversa una crisi d’altra parte ogni qualvolta si è raggiunto il punto massimo di espansione di una circostanza. Quando l’Anima è sazia di una lezione e ne cerca un’altra per guadagnare un nuovo gradino evolutivo. L’etimologia di Crisi infatti conduce al verbo greco krino, che in sé reca l’idea del giudicare, valutare, ma anche del separare, discernere, dividere.
Il prima dal dopo.
Uno step esistenziale dall’altro.
Una crisi ci spinge al ciglio del burrone, si fa segnalatrice di una strada che non è possibile più percorrere senza restare in quel che si è stati fino a quell’istante. Ovvero cristallizzando. E tutto quanto cristallizza va in frantumi si sa.
Mercurio in Scorpione, testimone con Venere, dei movimenti Lunari si fa allora Psicopompo nel suo modo più classico, nocchiero delle nostre anime verso contenuti ancora sconosciuti alla consapevolezza della mente, li disseppellisce come pepite d’oro dalla nera terra, perchè venga innescato l’evento di rottura escatologico per ognuno di noi.
Fornisce in altre parole quegli shock capaci di addizionare energia alla via che stiamo percorrendo.
Sono possibili traumi e intuizioni tremende. Sono facili risalite di inconscio nere come la notte, incubi abbigliati nella loro veste più scura. Ritorni di questioni apparentemente morte e sepolte. Lo sconfinare dell’irrazionale nella quiete della mente.
Il panico.
La paura.
Scivoleremo tutti verso la goccia che fa traboccare il nostro vaso. Il crinale della montagna.
Quella linea invisibile e sanguigna che separa il prima dal dopo.
Questo tanto a livello collettivo che individuale.
Saremo chiamati a vivere su ogni piano esperienze dalle quali non sarà possibile tornare indietro. Che renderanno le nostre scarpe troppo strette per essere calzate ancora. E Venere avvisa che si tratta di una questione di giustizia Valorosi. Connessa al guadagnare un livello superiore di armonia ed equilibrio.
Quel che accadrà in questa lunazione porterà le forze Arimaniche di Opposizione al progetto Divino per la razza umana, attualmente impegnate nella partita del millennio, a giocare carte fondamentali in grado di originare spaccature non più sanabili.
Saranno prese decisioni nel buio. Nell’inconsapevolezza delle masse, come ci avvisa la trazione che il novilunio realizzerà con Urano e Nodo Lunare Nord in Toro. L’archetipo opposto della terra emersa e illuminata.
Verranno allora gettati semi germinativi delle prove che affronteremo nei prossimi mesi e che potrebbero conoscere il loro culmine di manifestazione nel giro del prossimo Plenilunio di Novembre in Toro.
E il volto nero del potere tornerà a manifestarsi Valorosi.
La retrogradazione di Giove in Pesci inoltre, distante dal Novilunio giusto una manciata di giorni, avverte che saremo presto coinvolti in vecchi schemi di restrizioni, discriminazioni, divieti. Ma il punto di rottura sarà raggiunto da un numero di Anime sempre più cospicuo. Sospinti nuovamente sul ciglio del burrone, dovremo decidere alla svelta Valorosi se precipitare o unirci per resistere come una catena inossidabile d’acciaio.
Chi non accetta lo shock addizionale proposto da un Cielo così denso di Scorpione, chi non accetta la Crisi personale e collettiva, che il dopo debba necessariamente essere diverso dal prima verrà travolto.
Come Eracle nel mito davanti all’antro nero dell’Idra di Lerna, non avremo modo di tornare a vecchie condotte pena il morire.
l’Idra, per inciso, era un mostro dalle forti assonanze simboliche con il periodo che stiamo attraversando. Era figlia del demone Tifone, signore della distruzione, l’unico in grado di mettere in fuga Zeus e tutti gli altri Divini dall’Olimpo, e si mostrava particolarmente resistente e ben organizzata, come oggi la Loggia Nera di Arimane. Non a caso la regina degli Dei Era la utilizzava per le sue ben note ed efferate vendette. Serpentiforme e carica di teste infatti, nove per l’esattezza, l’Idra possedeva vari profili di letalità. Per esempio otto delle sue teste, qualora recise, ricrescevano sdoppiandosi e sapeva emettere miasmi mortiferi in aggiunta. Nessuno prima aveva mai solo ardito di affrontarla.
Ma Eracle non poteva non farlo.
Era un uomo senza scelta.
Giunto al suo privato burrone.
Impazzito qualche tempo prima per mano di Era e della sua gelosia, aveva infatti fatto scempio con le sue stesse mani dell’amata moglie Megara e delle loro otto creature. Tutte una da una. L’Eracle delle dodici prove dunque a ben vedere rappresenta simbolicamente una coscienza travolta da uno shock addizionale di enorme perimetro, proporzionale al salto di coscienza da effettuare: ovvero capire di essere un Divino. Trovarsi nelle vene da qualche parte il sangue del Padre Zeus.
E’ per questo che nel racconto del mito non arretrò davanti a un essere terrificante e apparentemente indistruttibile. Per questo non si arrese davanti alle teste che si autorigeneravano indifferenti sotto i colpi della sua lama. Per questo non vacillò e non perse terreno fino a colpire quell’unico capo della bestia fra nove in grado di tramortirla per sempre.
E noi tutti siamo davanti all’antro dell’Idra in questa fase.
E’ letale e ben organizzata.
Ricresce in modi multiformi mutando foggia ed espressione.
Ci mette al cospetto di fantasmi che credevamo dispersi.
Ma noi non abbiano più modo di poter voltarci e correre via.
Se piuttosto ci spogliamo della resistenza come fu in grado di fare Eracle, del rifiuto, dell’idea di non poter cambiare il mondo, ciascuno col proprio coraggio, con la propria capacità di accogliere lo shock e farne uno scalino per salire di grado, avremo modo di uscirne nuovi e superiori.
Restate in piedi. Accogliete la fetta di buio che vi spetta senza cercare di rintanarvi in sentieri già battuti.
Accettate di non avere altra scelta che lanciarvi in quel che non conoscete.
Provate a pensare che accanto a voi ci sarà chi starà facendo altrettanto, solo la coltre della notte vi impedisce di vederlo e di tendergli una mano.
Eracle fu capace di mozzare la testa decisiva dell’Idra, avverte il mito, avvalendosi dell’aiuto fondamentale del cugino Iolao in grado di distrarla.
Siamo Eracle e Iolao Valorosi.
E dal burrone si precipita, vero, eppure è anche il solo luogo al mondo da cui sia possibile volare.
Felice shock addizionale.
Volate. Siete in grado.
Avete ali grandi almeno quanto il vostro stesso desiderio d’essere liberi.
Buon novilunio.
Con Amore e servizio
Francesca Spades
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