Luna Nuova in Vergine e i sacri scioglimenti dell’Anima

La Luna Nuova questo mese si affaccia nel territorio Astrologico della Vergine, nel quale già staziona Marte, in rapporto di trigono con Urano, signore delle rivoluzioni radicali, e si pone in opposizione a Nettuno. Dio delle profondità Marine. Degli scioglimenti che parlano la lingua delle vere espansioni di Coscienza perchè ultra terrene.

Così l’assenza del luminare femminile lascerà affiorare, come fuochi fatui nell’oscurità, quei conflitti di cui Ares, Dio della guerra, è rappresentante. Quelle situazioni che interiormente portiamo avanti senza risolvere e senza guardare, che coinvolgono la nostra stabilità economica, le nostre scelte di sicurezza, le nostre fondamenta emotive, e che tuttavia ingessano il flusso delle alchimie richieste dall’esistenza. Le metamorfosi magiche che l’Anima ha in programma per noi quando dissolve qualcosa di ormai inutile malgrado il nostro apprezzamento.

Appariranno magicamente nelle prossime giornate questioni che agitano il mostro della nostra paura più radicale. Della nostra insicurezza più nera. Questioni attorno a cui ruotano i nostri tira e molla esistenziali. Che animano i nostri scontri con chi ci è accanto e soffiano forte sul nostro senso di separazione.

La rabbia d’altro canto è solo la voce dell’impotenza.

Si alza impetuosa quando è messo in pericolo il nostro sistema di credenze interiori, quando le nostre sicurezze vengono minate e torchiate e la Vita vorrebbe portarci più in là di dove siamo. In un territorio che non vediamo e che ci fa sentire privi di controllo.

E come sta tirando adesso la Vita per molti di noi!

Tira così forte da aver assunto le forme di un mostro famelico e infame per milioni di persone che si trovano di fronte al brutale schema del ricatto.

Questo è un momento in cui il mondo terreno marcia risoluto in una direzione completamente nuova.  L’Umanità ha necessità di guadagnarsi finalmente un salto evolutivo a lungo rimandato. E nel farlo molte forme pensiero obsolete verranno eliminate come fossero erbe infestanti da strappare via. La Vita ora tira più forte che mai verso tutti i cambiamenti che la nostra Anima prima di incarnare in questo piano ha consapevolmente scelto di attivare. E’ questo il momento non un altro. Non avrà cura per le nostre incertezze. Non c’è più tempo per rimandare quello che ciascuno di noi è venuto a portare in manifestazione.

Non c’è più tempo per le professioni che non sono più in linea, per essenza o modalità di svolgimento, con l’energia dell’Era dell’Acquario nella quale ci addentriamo con la rapidità dell’aria che la contraddistingue. Per questo così tanti posti di lavoro oggi subiscono il torchio infame del prendere o lasciare. Per questo a molti sembrerà d’essere messi con le spalle al muro. Si lo siete. Il ricatto è reale. E’ la Vita che vi chiede di essere altro con i mezzi che ciascuno di noi le ha lasciato.

Non c’è più tempo per indugiare in quello che crea disagio alla parte più vera di chi siamo. Che si tratti di relazioni, amicizie, situazioni abitative o il modo in cui portiamo il pane sulla tavola.

Non c’è più tempo per quello che ha esaurito funzione e scopo.
La Vita può essere ammantata delle nostre proiezioni a piacimento e ora può sembrare un orrendo mostro, ma in verità è completamente neutrale e in stretto rapporto dialogico con la saggezza dell’Anima.

E’ come un torrente impetuoso che ne raccoglie i segreti e li porta ad esistenza anche laddove la nostra personalità con le sue credenze e i suoi vuoti punterebbe i piedi senza crescere mai.

Oggi si cresce volenti o meno.

Oggi scioglimenti e distacchi non possono più aspettare e gli eventi si susseguono impietosi e senza guanti di velluto.

La Vergine, in cui l’elemento Terra trova dignità, è l’archetipo della stabilità che zavorra. Del controllo che esclude l’incanto del divenire più di quel che si è tramite accadimenti non processabili dalla mente.

Il Mito spesso narra storie di eroine che non hanno saputo accogliere la dissoluzione di uno status e sono andate incontro a eventi dirompenti al limite dell’inaccettabile, perchè nulla quanto un flusso energetico bloccato genera malattia e sventura. 

Il cambiamento non è altro che il Sacro che avanza.

Uno scalino guadagnato all’uscita dell’identificazione con la personalità.

Scilla per esempio, era figlia di mortali secondo il mito, o forse di una mortale e di un Dio marino minore detto Forcide. Di certo la sua natura addizionata ad un pizzico di sangue Divino l’aveva resa meravigliosa. Una giovane di cui presto iniziarono ad invaghirsi in molti. Fra i tanti Glauco fu irretito dalla sua snella figura verginea, dai suoi capelli di seta, dai suoi occhi di stella. Glauco, racconta il mito, aveva subito sulla sua pelle una trasformazione indimenticabile. Un tempo era solo un umile e mortale pescatore, ma si era reso conto che alcuni pesci nelle sue ceste tornavano alla vita se avevano ingerito una speciale erba. Per questo l’aveva fatto a sua volta e si era trasformato in un essere per metà marino con branchie e squame. Era stato accolto terrorizzato e smarrito da Teti e Oceano nelle profondità del mare che ne avevano fatto un figlio adottivo, e da questi addestrato ai poteri e alle arti di un vero Dio. Dunque Glauco ne sapeva qualcosa del dover rinunciare a una forma fisica conosciuta e rassicurante per accogliere un corpo ignoto e potente.

Scilla invece non ne voleva sapere di abbandonare il suo status di fanciulla. Respingeva ogni spasimante senza appello e la medesima sorte toccò a Glauco, per quanto forte e potente. Il quale non accettò punto il rifiuto e ricorse agli espedienti magici di una che con le questioni amorose sapeva il fatto suo: la potente strega Circe. Voleva un filtro che sciogliesse il rigido cuore di Scilla, ma le cose andarono in modo diverso. Circe si infatuò follemente di Glauco, come se la passione che lo avvinceva fosse una malattia contagiosa, eppure si rese conto subito e amaramente di non aver speranza di essere ricambiata. Allora volle la distruzione della donna che irretiva il giovane Dio. E il piano fu privo di qualunque pietà. Versò nell’acqua della spiaggia in cui Scilla era solita bagnarsi un veleno letale e inarrestabile. Un filtro odioso che trasformò le graziose forme della ragazza in quelle di un mostro enorme e orrido, che al posto dei fianchi sfoggiava teste di cani feroci e latranti.

Glauco fuggì via spaventato.

Scilla invece divenne nota come uno degli esseri più funesti e sanguinari del mondo antico.

L’incapacità di sciogliersi dall’identificazione con se stessa, il sacro flusso della vita rifiutato, ha fatto di lei un mostro folle di rabbia, capace di ingoiare equipaggi interi. La malattia del resto, tematica cara archetipicamente a Nettuno, affonda sempre le radici nei veti che poniamo al divenire.

Se Scilla avesse accettato l’amore, se avesse accettato di lasciare la vita di ragazza in ragione di quella di moglie e madre, se avesse abbracciato il flusso degli avvenimenti, Glauco le avrebbe offerto l’espansione dolce verso la dimensione Divina che con ogni probabilità le apparteneva per destino. Scilla era destinata a superare i confini della propria mortalità. Il suo arbitrio, proprio come quello di ogni umano, avrebbe potuto affermare e dare forma al come e al quando della trasmutazione.

Ma l’ostinazione ha lasciato che la chiamata verso il Divino calcasse una strada più dura e dolorosa.

Di certo Scilla divenne comunque  un essere ieratico e potentissimo. Una regina di terrore per ogni navigante.

Dove conducono allora le nostre battaglie innescate contro scioglimenti ineluttabili?

Dove portano i no furenti che assegniamo alla Vita quando le carte in tavola vogliono cambiare e devono?

Abbiamo davvero il potere di bloccarle o il nostro potere risiede piuttosto nell’accettarle per come si posizioneranno, secondo la loro intrinseca corrente?

Siate coscienti nella fase strepitosa che aprirà questo Novilunio delle crociate condotte per non dire Si all’esistenza.

Perchè ci fa paura essere più di quel che siamo.

Perchè è difficile arrendersi all’evidenza della semplicità.

IL Divino è semplice.

Più semplice di tutti i nostri SE e MA.

Lasciate che sia.

Con Amore e Servizio

Francesca Spades

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Se desideri un consulto puoi scrivere a : francescaspades@gmail.com

imm: Circe Poison di Logan Hicks

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