L’Acquario, il Toro e quei Pesci che devono uscire dall’Acqua

Il Cielo di questa settimana sembra volersi frantumare a metà.

I protagonisti saranno le forze primordiali del Cielo e della Terra. A metà della settimana infatti ( 21 Gennaio prossimo) il Sole scivolerà in Acquario unendosi a Mercurio, Saturno e Giove nello stesso archetipo. Il resto dei pianeti sarà concentrato nello spazio astrologico del Toro ( Luna, Lilith, Urano Marte). E il mondo dell’Acquario è il Regno siderale altissimo, impalpabile, del Cielo, mentre il campo esistenziale del Toro è invece quello della Terra con la sua densità fertile. La sua pesantezza generatrice. L’Astrologia li pone nella relazione complessa della quadratura e sottolinea la distanza polare che corre fra di essi.

Il mito allo stesso modo vuole i Signori di questi archetipi sposi si… ma senza pace.

Urano, il Cielo e Gea, la Terra, esistevano prima del tempo. Appartengono a un’era ancestrale molto al di là del Pantheon di divinità Olimpiche. Il mondo non esisteva ancora quando si amavano. La loro era un’unione assoluta, tanto da essere indistinta. Si appartenevano completamente in una fusione che non consentiva all’uno di percepire il confine con l’altro, come spesso si amano i ragazzi, che conservano la loro parte bambina fiduciosa e altruista ancora viva dentro corpi che non appartengono più all’infanzia tuttavia. Fra essi non esisteva spazio e non esisteva tempo. Solo un abbraccio passionale fatto di leggerezza e densità.

L’equilibrio cambiò irreversibilmente quando arrivarono i figli.

Come succede in molte coppie ancora oggi, che ripetono questo movimento archetipico inconsapevolmente nella propria vita. Perchè quando si dona la vita a qualcuno un nuovo polo si crea, il due diventa tre. E quando Urano e Gea divennero genitori fu prima di tutto chiaro ad entrambi che erano separati d’improvviso e in un secondo momento la relazione con il terzo polo, i figli, tanti figli (Titani, Ciclopi ed Ecatonchiri), li fece scoprire distanti e pieni di dolore. A Urano non piaceva avere prole. Preferiva l’abbraccio esclusivo e accogliente della sua Gea, che invece ora, nelle sue viscere, era solo intenta a nutrire i nuovi arrivati. E gli apparivano financo brutti questi nuovi arrivati, di certo non degni della sua eterea presenza. Figure deformi con un solo occhio, creature senza la bellezza siderale che gli apparteneva. Gea dal canto suo non comprendeva la distanza improvvisa di Urano, la sua rabbia per l’esistenza dei bambini. Quelle creature che a lei invece parevano il miracolo della loro unione, bellissimi, che si formavano con una magia potente e ignota nel suo ventre da soli, sapienti, unici. Lo scontro si radicalizzò quando Urano le vietò di farli uscire dal suo magnifico accogliente utero. Il rifiuto opposto dall’amato fece di roccia il cuore di Gea. La Terra non era mai stata tanto dura d’un tratto. Urano allora in risposta divenne violento. Più Gea induriva i muscoli per difendere il diritto delle sue creature ad esistenza, più Urano inveiva con le sue saette e la costringeva ad amplessi rabbiosi e infelici.

Il passo della violenza andò fuori controllo in un momento. Divenne vendetta in men che non si dica. Divenne il desiderio di Gea di liberarsi una volta e per sempre di quello sposo dispotico e crudele che stentava a riconoscere. Non è più l’uomo di cui mi innamorai. Pensava forse Gea mentre utilizzava i suoi metalli più pesanti per creare a fuoco vivo una lama, qualcosa che la aiutasse nel proposito di essere staccata da Urano fisicamente. Approfittava dei sonni rumorosi del marito per forgiare quello che prese le sembianze di una falce. E sempre notte tempo, quando Urano dormiva, chiamò a sè quello che le sembrava il figlio più diligente. Un figlio silenzioso e quasi oscuro, che spesso se ne stava in disparte come fosse già nato adulto. L’aveva chiamato Crono. Fu a lui che Gea consegnò la falce e una raccomandazione. Liberaci tutti. Uccidilo. Consenti a me che sono tua madre e ai tuoi fratelli di poter vivere senza il tiranno. Lo farai per noi Crono?

Quello che Crono si mette sulle spalle è un fardello immenso per un ragazzo, ma afferra comunque la falce e si avvia verso il corpo del padre, inerte addormentato. Il resto della storia è un horror fatto di una mutilazione feroce. La falce taglia via il fallo di Urano, quel fallo che così spesso ha violato il corpo della sposa, esercitando un potere odioso. Urano urla scomposto, il suo sangue si riversa in ogni dove. Ma viene staccato dalla moglie seduta stante. Se ne va ferito quasi a morte e i suoi figli possono finalmente uscire. Il Sole accarezza il volto di Gea. Il cosmo per come lo conosciamo noi è creato e il tempo può iniziare la sua lunga litania di istanti.

E’ una pagina di mito meravigliosa che ha tanto a che fare con le vicende che il nostro pianeta vive attualmente.

Siamo infatti spaccati e polari, esattamente come Urano e Gea. Siamo armati gli uni contro gli altri perchè viviamo il momento dello scisma. Come Gea sappiamo tutti che c’è la carezza dolce del Sole oltre certe scelte, spesso senza precedenti, che saremo in grado o meno di fare. Come Gea sappiamo di poter andare avanti solo se qualcosa verrà tagliato di netto. A livello collettivo il mondo sta già sperimentando la durezza della lama della falce, la risolutezza del gesto di Crono/Saturno, che lascia cadere per sempre quel che deve, senza sconti, senza pietismi. Siamo all’interno della crisi economica più vasta dal dopoguerra. Quello che viviamo assomiglia a un quadro bellico più di quello che molte generazioni attualmente incarnate ricordino. E questa settimana la frantumazione raggiungerà il suo picco massimo. La Terra ha bisogno di un cambiamento profondo, sta realizzando una volta e per sempre il suo passaggio dall’Acqua ( era dei Pesci) all’Aria ( Era dell’Acquario), sta cercando di rendersi più spirituale e noi tutti ne siamo parte con lo stesso programma. Per questo dovremo risolverci ad eventi imprevedibili, destabilizzanti, che magari avranno una sembianza difficile da accettare, perchè le scosse non sono mai gentili e non rispettano mai le proporzioni, i canoni e le forme. E come accadrà su piano collettivo così avverrà su piano individuale, dato che macrocosmo è uguale a microcosmo.

Cos’è che non possiamo più tollerare?

Cos’è che ci zavorra al punto di spingerci all’ideale falce di Crono/Saturno?

Cos’è che ha bisogno di un gesto risoluto e forse duro per venire ad esistenza?

Cosa tratteniamo con dolore per non turbare lo status quo?

Non sarà più possibile questo.

La rabbia che monta fra Urano e Gea la sentiremo scorrere a rivoli indomiti nelle nostre vene in questi giorni, perchè diventi il canale dei nostri cambiamenti, di quei gesti risoluti che la vita ci chiede per rinnovarsi. Non è più il tempo di rimandare, di voltarsi dall’altra parte, di fare finta che le cose ci vadano bene così come sono. Questa è l’epoca delle rivoluzioni personali e sociali. Della nuova versione di noi stessi. Non abbiate paura delle novità, di quello che non avete mai fatto prima, di quello che pensate di non saper fare, non abbiate paura di quello che ancora non avete ancora sperimentato di voi stessi.

La fede procede solo nell’oscurità. Non si può sperimentare in nessun modo la portata della sua forza se non si accetta di non sapere a livello mentale il risultato della nostra azione.

Nell’Albero della vita della Cabala l’Acquario è connesso al Sentiero di Saggezza Tzaddi, ovvero Amo da Pesca. L’idea che sottende è che il Divino peschi, come pesci dal mare, le coscienze dell’uomo per avvicinarle a Sè. Che le estragga dal mondo dell’Acqua ( Era dei Pesci) Per farle diventare Spirito ( Era dell’Acquario). Cristo stesso, incarnato su questo piano, parlò dell’essere pescatori di uomini con i suoi discepoli ( Matteo 4, 18-22). Si tratta esattamente di quello che sta accadendo in questa fase storica.

Il salto nel nostro nuovo Noi Stessi. Comunque sia predicato nelle nostre esistenze.

Siate nuovi. Siate l’Aria leggera oltre l’Acqua antica.

Siate i pesci pronti ad uscire dal mare.

Con tutto l’ Amore e Servizio che posso

(imm. Asktheastrologer by Pinterest)

Francesca Spades

Se desideri un consulto puoi scrivere a : francescaspades@gmail.com

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