La Luna Nuova in Gemelli di domani sposterà la bilancia celeste verso l’elemento Aria. Rafforzando Sole, Venere e Mercurio già nell’archetipo e Saturno già da un pò in Acquario. Il braccio di ferro sarà inevitabile con la compagine dei grandi del Cielo asserragliati nell’elemento Terra con Giove e Plutone ancora in Capricorno e Urano a spasso nel Toro. Il segno dei Gemelli, luogo di velocità e scambio, è la vita che non si può contenere. E i recinti, le distanze, le costrizioni sembrano invece essere diventati il pane delle nostre giornate.
Tutto questo sembra ricalcare il dissidio di questo momento storico fra controllo e libertà. Fra mettere barriere e fluire, in altre parole, come suggerisce il Cielo, fra la densità della Terra e l’impalpabile libertà dell’Aria. Ma possiamo davvero controllare ogni cosa? E’ possibile il controllo di qualcosa che non è tangibile, che non è visibile, che si muove sulle ali dell’elemento più leggero e mobile che esiste? Ovvero l’Aria? Quella che avvolge ogni cosa? Che penetra in ogni spazio? Il plexiglass, i tessuti, gli strati che ci coprono come veli pudici bocche e mani adesso parlano della necessità di controllare un nemico che non ha volto e ci mette davanti ad una delle prove più dure per l’essere umano: riconoscere di essere parte di un piano molto più ampio dei confini della propria coscienza. E questa acquisizione ha l’unico presupposto di veder cadere l’attaccamento in ogni sua forma. L’azione di attaccare, da cui deriva il sostantivo “attaccamento”, ha il duplice significato di unire e aggredire, è un verbo che può essere utilizzato per intendere concetti apparentemente così lontani da essere dissonanti. Eppure fra l’unire e l’aggredire intercorre uno spazio concettuale che sottende una semplice progressione. Quando ci uniamo troppo a qualcosa, quando realizziamo un eccesso dell’unione, aderendo completamente all’oggetto della nostra unione, allora realizziamo inevitabilmente uno sconfinamento che diventa aggressione e violenza. Distruzione. Trovo meraviglioso come la lingua ci fornisca spazi di comprensione come questo, si dimostra uno strumento divino di luce in ogni momento della nostra vita.
Ci potremmo tutti chiedere allora in questa fase in cui sul piatto c’è il tiro alla fune fra la paura del contagio e la voglia di contatto con gli altri, quand’è che le unioni che realizziamo interiormente si trasformano in aggressioni nelle nostre vite? Dove finiamo per identificarci cosi in profondità con un timore, un’idea, un’aspettativa o una sensazione da diventare autolesionisti senza nemmeno averne contezza? La Luna Nuova potrebbe segnalarci questi conflitti, farli emergere perchè nel vuoto dell’energia lunare le cose appaiono meno tese, più facili da scomporsi e comprendersi.
E in tema di scollamento dalle proprie più sanguinose unioni interiori Anita Moorjani è una testimone vivente di un’esperienza altissima di non-attaccamento. Il suo fu un distacco quasi completo dal piano fisico e dalla vita incarnata a ben vedere. Fu protagonista di una delle esperienze di NDE ( Near Death Experiences) più famose del pianeta. Dopo aver sperimentato una lunga e devastante forma di cancro entrò in stato di coma nel Febbraio del 2006 e vi rimase per circa trenta ore consecutive. In quella fase in cui clinicamente fu considerata deceduta, visse in verità l’esperienza più potente della sua intera esistenza perchè si rese conto che quell’evento per noi noto con il nome di morte e spesso considerato il baratro di quel che siamo, generatore di ogni fobia e terrore, in verità le si apriva davanti come un semplice passaggio di stato, capace di estendere le sue sensazioni e percezioni all’infinito. Era cosciente di quel che le persone dicevano fuori della stanza in cui giaceva il suo corpo inerte a decine di metri dal suo letto e di quello che avveniva sul tetto dell’ospedale o di cosa accadeva nello stesso momento al fratello, a bordo di un aereo, in viaggio per raggiungerla dall’altro capo del mondo e preda dell’angoscia di non giungere in tempo. E le sue parole a commento dell’esperienza straordinaria suonano prive di qualsiasi ombra di paura.
“In seguito all’esperienza di premorte ho scoperto che sono più forte quando riesco a lasciare andare, quando sospendo sia le mie convinzioni che le mie incertezze e mi apro a tutte le possibilità. Credo che aver bisogno di certezze sia di ostacolo ad un vero processo di elevazione della consapevolezza. Affinchè possa verificarsi una reale guarigione bisogna godere semplicemente della vita, confidando nel suo svolgimento” ( Anita Moorjani “Dying to be me” -Mylife ed.)
La coscienza nell’archetipo dei Gemelli è il fanciullo entusiasta che corre a piedi scalzi verso la vita, felice di essere al mondo. E’ il ragazzino che desidera conoscere, sperimentare, volare. E’ Mercurio che ruba una mandria di buoi al fratello maggiore Apollo per gioco, per movimentare l’atmosfera, per ridere delle rigidità degli adulti e farsi perdonare poi con il regalo di uno strumento musicale che ha costruito con le sue stesse mani affinchè quel fratello non se abbia a male. Mercurio ha il passo leggero del vento. Il sorriso e l’argento vivo dei giovani. Gode semplicemente della vita, confidando in essa.
Non sembra una pratica complessa quel confidare nella vita, eppure si dimostra tremendamente ardua per le nostre coscienze in viaggio.
Godere semplicemente di quel che c’è. Annullando la preoccupazione, la proiezione in avanti, la paura di quello che potrebbe succedere se…
Allora vi auguro le vibrazioni meravigliose che la vita offre a ciascuno quando accettiamo nel profondo che le nostre unioni interiori diventino auto aggressioni. Che abbiate sposato un’idea, una certezza o un’insicurezza poco importa. Quando lascerete che vi controlli soffocherete.
Siate Mercurio che non si prende sul serio e non prende sul serio nè suo fratello maggiore Apollo, nè suo padre Zeus, signore assoluto degli Dei.
Vi auguro dal profondo la saggezza di godervi la vita, confidando nel suo svolgimento.
Siete Luce
Siamo Luce
sempre vostra e sempre a servizio
Francesca Spades
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