Il Cielo della Luna Nuova di Febbraio si presenta in una veste estremamente polare. Si raccoglie infatti in un grappolo di ben sei pianeti stipati nell’Archetipo dell’Acquario. Il precedente storico non è molto distante nel tempo, risale al Febbraio del 1962, con lo stesso numero di energie celesti nello spazio Astrologico di Urano, signore del Cielo. Esattamente come oggi.
All’epoca si disputava un conflitto di tensione, inespresso fisicamente, fatto di missili che i due colossi militari del momento puntavano l’uno contro l’altro. Il piccolo pianeta Scuola Terra giunse così a un passo dalla deflagrazione di una nuova guerra mondiale. Perchè doveva perdere definitivamente certe costumanze, perchè i piani alti della Gerarchia Spirituale del Pianeta, i Maestri Ascesi, decisero che gli umani comprendessero una buona volta il disvalore del desiderio di vendetta, che genera violenza infinita e infila tutti nell’addormentamento della reazione, dell’attacco e fuga. Non erano stati sufficienti ben due conflitti mondiali e i loro orrori perchè l’uomo perdesse il desiderio di guerra e ritorsione. L’energia dell’Acquario, che all’epoca il Cielo, come oggi, manifestò infatti parlava la lingua delle liberazioni e dei distacchi, degli schemi che saltano e delle rivoluzioni. Imponeva nuove dinamiche più alte per dirimere le controversie internazionali. L’uomo doveva abbandonare le armi e abbracciare la diplomazia.
Ma i cambiamenti raramente vengono salutati per quello che rappresentano, ovvero passaggi a nuovi e più alti livelli di armonia e laddove uno schema deve andare in frantumi, fiorisce puntuale la nostra interiore opposizione.
Nel cielo attuale Marte signore della guerra è in transito in Toro, archetipo della densità e del mondo materiale, assieme ad Urano, maestro dei cambiamenti radicali, e insieme esercitano una strenua resistenza alla polarità marcata di Saturno, Giove, Mercurio, Venere, Sole, Luna assommati nello spazio astrologico dell’Acquario.
La configurazione delle forze in campo sembra domandare dove fiorirà umani la vostra puntuale opposizione? A quali rivoluzioni state facendo barriera? Dove vi ostinate a sventolare la vostra personale bandiera fatta unicamente del vostro parziale desiderio o visione?
E se l’Era dell’Acquario riceve così il traino sempre più impetuoso delle forze Celesti che la impongono su un tempo ormai morente, restano le nostre personali resistenze alla sovversione del pensiero e del senso del vivere che stanno cambiando impetuosamente. Perchè il mondo è la coralità delle nostre voci fuse, che pensiamo separate, ma che in verità compongono un arazzo collettivo di immensa forza di cui ognuno è filo vivo. Il flusso dell’esistenza sarà dirompente con un Cielo così polare. Condurrà ad abbandonare le convinzioni in cui siamo maggiormente radicati e più saranno profonde tanto maggiore sarà il carico della rottura. Sarà così forte la corrente della vita che sarà impossibile affondare i remi nel senso inverso per restare fermi. Se lo faremo si spezzeranno come tronchi secchi.
Nel mito Ares è un pronipote di Urano ed entrambi conoscono soltanto le proprie convinzioni e la furia cieca dei propri desideri.
Il dio della guerra nasce infatti dalla coppia divina Era e Zeus, che vedono in Urano il comune nonno. Fra essi si sono dunque avvicendate generazioni di Divini, eppure la caratteristica che li accomuna, portata dal sangue, è quella di essere profondamente egocentrati. Urano fecondava Gea, ma non desiderava i figli e le impediva di metterli al mondo, perchè era solo la sposa che voleva e il possesso continuato e indisturbato su di lei. Ares, Signore della Guerra, punta i suoi occhi di fuoco su Afrodite, dea dell’armonia e del bello, e la conquista come espugnerebbe una città ribelle, fino alla sua capitolazione completa, fino a farne una sposa corrotta. E quando riesce a possederla nel suo talamo nuziale come amante segreto, la consuma. Pretende tutto di lei. Pretende che diventi la sua concubina fissa malgrado sia legittimamente sposata ad Efesto. E questo nel mondo dei Divini non capita spesso. Le coppie sono sempre occasionali. Procreano figli magari, ma non si legano nel tempo, non diventano stasi. Perchè il tradimento vero è la fedeltà sotterranea e imperitura che si accorda alle spalle di qualcuno che non sa. Efesto scopre i due amanti per una soffiata del Sole Elios che li vede correre l’uno fra le braccia dell’altro da troppo tempo per tacere. Quando ordisce il piano per sorprenderli, intrappolandoli in una rete magica al letto sul quale lo tradiscono, l’immagine di Afrodite verrà infangata agli occhi di tutti gli abitanti dell’Olimpo che saranno chiamati alla gogna dei due fedifraghi. Il desiderio egoico di Ares ha lacerato la reputazione pubblica di Afrodite. Il suo onore.
In che cosa allora il nostro desiderio si sta dimostrando cieco? In che modo l’attaccamento ai nostri schemi e dinamiche interiori sta impedendo l’assestarsi di un nuovo livello di armonia? A che cosa non vogliamo assolutamente rinunciare? L’etimologia della parola desiderio la racconta molto lunga. Deriva infatti dal latino De ( mancanza, lontananza) + Sidera ( stelle). Carenza di stelle. Mancanza di luce. di quella luce che le Stelle, ovvero Soli, nel cosmo rappresentano. La luce del Divino. La luce dello Spirito. Il Desiderio allora si fonda sul concetto di mancanza e lo manda in manifestazione come un veleno nelle nostre esistenze. Un antagonista letale della saggezza cosmica.
Nell’Albero della Vita della Cabalà d’altra parte l’Acquario è collegato tramite il suo signore Urano alla sephiroth Chokmah, emazione Divina della Saggezza. Il sapere di Dio. Quel sapere del Cielo che l’Arcangelo Raziel trascrisse per gli umani nel testo noto come Sefer Raziel HaMalakh .
Allora il cielo punta a consegnarci una saggezza che al nostro livello attuale ancora facciamo fatica a identificare, in questa fase ci verrà svelato il tracciato dei nostri desideri più limitanti. Verrà illuminata quella parte di noi che risponde alla logica della mancanza e si ostina a restarci appesa. Non sarà facile perchè verranno scoperti nodi che ci ostiniamo a nascondere da secoli e saremo condotti a distaccarcene. Volenti o nolenti.
Ma vale la pena essere ciechi?
La resa è un’arte sottile ma necessaria, passa per la fede in quello che ci accade. Nella capacità di credere che quello che ci appare complesso, duro, inaccettabile nasconda in verità la soluzione del senso della nostra mancanza.
Le stelle sono i cambiamenti che rifiutiamo.
Niente di più.
Non siate ciechi. Guardate le Stelle. Vi appartengono, siete un pezzo di loro. Tutti nessuno escluso.
Con Amore e Servizio
Francesca Spades
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