La coscienza in viaggio sulla ruota dello Zodiaco è giovane quando incontra lo spazio esistenziale del Toro. Che è la seconda stazione del suo tour esperienziale. E’ la stazione del creato, di quello che si è originato all’indomani del grande big bang cosmico, della deflagrazione dell’Energia Divina che tutto crea attraverso il fuoco dell’Ariete. Il Toro allora è il luogo in cui si sperimenta la materia, la sua densità, è il luogo in cui l’illusione della dualità prende forma. E’ il luogo in cui il due è perfettamente realizzato e così la sensazione di essere separati dal principio che ci ha originati. Infatti al Toro corrisponde la fisicità, la corporeità a tre dimensioni, il mondo per come lo percepiamo ogni giorno, con il corpo che ci appartiene e con le sue esigenze biologiche. Come opera del Divino anche il mondo illusorio della separazione partecipa della bellezza dell’Uno.
Infatti il mondo incarnato è bellissimo.
E’ percepibile attraverso la poesia dei sensi, è fatto di colori, sapori, odori. Illusori per carità, eppure magnifici, eppure evocatori della grandezza del principio da cui derivano.
Ed è per questo che al Toro è associato il Principio Venere. Pianeta, Angelo, Archetipo dell’armonia. Della bellezza che è incontro e delizia di proporzioni. Per questo al creato illusorio appartiene il sorriso di Afrodite, la più bella delle Divinità. L’illusione del mondo incarnato deve essere necessariamente sublime per permettere alle anime di tornare e tornare, al fine di apprendere lezioni e risalire indietro alla Luce dell’Uno. E il nostro compito evolutivo a ben vedere è renderci conto del sogno che stiamo vivendo da millenni, per quanto grazioso possa essere.
Nel Cielo d’altra parte Urano, vessillo del cambiamento, dell’imponderabile che scuote le nostre esistenze come il fulmine squarcia la notte, Principio attivo di risveglio attraverso la rivoluzione, è già in transito nell’archetipo del Toro da un anno e mezzo, ma nella giornata di domani Lilith arriverà a dargli manforte, mentre il Sole pian piano scivolerà nel territorio opposto dello Scorpione, raggiungendo Mercurio in una danza divina e sapiente.
E in effetti che il nostro piccolo mondo terreno sia sotto la scure impietosa del cambiamento radicale da quasi un anno è sotto gli occhi di tutti. Le grandi congiunzioni in Capricorno dell’anno che sta sgocciolando a conclusione hanno lasciato crollare strutture, abitudini, certezze. Hanno portato a compimento molti aspetti delle nostre vite. Hanno chiuso macro cicli su molti fronti accelerando il risveglio voluto da Urano in Toro. Funzionando da demolitori attivi di vecchie forme pensiero. Il bagliore della rivoluzione è sempre più forte all’orizzonte e laddove il passo pesante di Urano non sia sufficiente, la saggezza del Cosmo ha previsto che si sommi la danza leggiadra dell’altra grande ribelle che la letteratura archetipica conosca. Lilith. Il suo sarà un sodalizio d’amore con le scosse che Urano impartisce alla nostra stabilità. A tutto quello che consolidandosi addormenta. A tutto quello che avendo acquisito la densità del tempo e della consuetudine è diventato zavorra evolutiva.
Nel mito Urano, padre di Crono/Saturno, Signore del Cielo, in un passato pre Olimpico, è colui che si oppone al flusso del tempo, alla successione sul Trono del mondo della sua stessa discendenza. Impedisce ai figli di venire alla luce ricacciandoli nel ventre della moglie Gea, la Terra. Il suo è un rifiuto alla ciclicità, è un voler perdurare al potere contrastando le leggi cosmiche del Ritmo e della Vibrazione che vogliono tutto in costante divenire. Lilith allo stesso modo è una rifiutante. Non cede alle lusinghe di Adamo e non acconsente a giacere sotto il suo corpo. Rifiuta l’Eden, la comunione con Dio, rifiuta l’Unità per fare esperienza della dualità. Dalla luce sprofonda nell’oscurità diventando divinità infera, madre di ogni Demone. Il Rifiuto li accomuna, fa di Urano e di Lilith dei personaggi non allineati, incapaci di mettersi in riga, certamente autentici, ma fuori dalla vibrazione armonica del creato.
E questa è la sensazione che sperimenteremo nel giro dei prossimi mesi, almeno fino all’estate. Verremo messi davanti a nostri rifiuti ormai impossibili da trattenere, saremo sbattuti al cospetto della necessità di rivelare quello che davvero siamo, spezzando illusioni in piedi da tempo immemore. Registreremo difficoltà ad allinearci a quello che per molto tempo ci ha visti paradossalmente sereni. Ci saranno lati delle nostre esistenze in cui ci troveremo a vivere come dentro abiti troppo stretti e non riusciremo più a dire così sia, anche a costo di dover vestire i panni demoniaci del carnefice, spezzando cuori, amicizie, rapporti lavorativi, tradizioni, regole, compromessi. Tutti i si detti per non essere duri o diversi. E mentre questo andrà avanti nel dettaglio, declinato nelle nostre vite, sul piano collettivo i cambiamenti saranno quelli destinati a cambiare i connotati del mondo per sempre. Sta già accadendo. E’ cambiato il modo in cui lavoriamo, è cambiato il modo in cui ci salutiamo, è scomparso o quasi il divertimento e il ludo dell’esistenza. Il mondo la faccia inquietante del movimento la sta già sperimentando ampiamente.
E dico inquietante perchè le rivoluzioni non hanno nulla di armonico o Venusiano. Anzi hanno piuttosto a che fare con la morte e la rinascita. Quella del principio Scorpione che il Sole e Mercurio testimoniano al momento. Le rivoluzioni hanno a che fare con l’oscurità e la paura che abbiamo del morire e del diventare, dello scoprire che le cose sono diverse da quelle che abbiamo sempre creduto e necessitano di revisioni e svolte.
Scavi archeologici di fine ottocento nella città di Nippur ( attuale Iraq, antica Mesopotamia) hanno fortunatamente donato al mondo la storia Sumera di Inanna, Signora del Cielo, meglio nota come Ishtar, che si reca negli Inferi, discendendo nelle viscere della terra, per fare visita alla sorella Ereshkigal. Divinità della notte e della morte.
Probabilmente la sorella infera ha perduto il suo amore e Inanna, che possiede buon cuore, vuole consolarla. Deve tuttavia fare una lunga anticamera per poter dialogare con la sorella oscura. Le tavolette riportano che viene denudata senza riguardi per il suo rango divino, privata dei suoi sette veli sacri e condotta come supplice in ginocchio al trono della sorella. Che tuttavia la tradisce. Non le consente infatti più di tornare in superficie, condannandola a restare fra i morti. A Inanna tuttavia viene consentito di poter barattare la propria permanenza negli Inferi con quella di qualcun altro che accetti lo scambio per amore. Ovviamente la dea lascia fuori i suoi figli dal baratto. Manda allora a chiedere dei suoi numerosi amici e servitori, della sua corte, delle persone che le erano sempre state devote e care, le quali tuttavia declinano una per una come non l’avessero mai conosciuta. E Inanna deve rendersi conto, sbriciolando il proprio cuore nelle delusione, che non soltanto la sua corte le è falsamente fedele, ma che perfino il suo amato consorte Dumuzi, invece di piangerla, supplice e nuda, preda della crudele sorella Ereshkigal, si è invece seduto sul trono che lei ha lasciato vuoto, gozzovigliando, acconciato con le sue vesti migliori, immemore completamente della sposa scomparsa. Allora ha ben chiaro quale sia il da farsi. Concede alla sorella oscura di prendersi Dumuzi, la quale provvede a liberarla immediatamente, consentendole di tornare al Cielo cui appartiene. E il Regno a cui Inanna torna è un regno completamente rivoluzionato. Sa ora chi le è davvero fedele e chi l’ha solo illusa.
La discesa agli inferi le ha concesso di vedere le cose per quelle che sono, di comprendere chi le professa vero amore da chi l’ha soltanto presa in giro. La discesa l’ha resa libera dalle vecchie idee che l’avevano narcotizzata e costretta a vivere nell’ipocrisia collettiva.
In quali aspetti della nostra vita abbiamo bisogno che ci vengano tolti i veli dagli occhi? Dove abbiamo bisogno di essere denudati dei sacri veli della nostra visione limitata? In quali circostanze abbiamo bisogno che la vita ci metta davanti un cambiamento necessario per ritrovare la nostra verità? Sono queste le domande che il Cielo sta formulando.
Potrebbe non essere semplice trovarsi davanti l’imprevisto, l’imponderabile, lo sconfinare dell’ignoto, eppure sarà il nostro lasciapassare per tornare a noi stessi. Senza lacci e senza bugie. Consapevoli. Lucidi. Nuovi.
Come Inanna dovremmo accettare la nudità e l’assenza delle nostre confortanti abitudini per comprendere la luce che gli svelamenti rappresentano. Come Inanna, accogliendo quello che ci verrà messo nel piatto, per quanto indigesto possa apparire, avremo la possibilità di tornare da reali al cielo che ci appartiene.
Tenetevi pronti per essere rimessi in carreggiata, anche se a farlo potrebbe essere Lilith o Ereshkigal. Non sono educate, non sono empatiche, ma hanno il pregio di lasciarvi vedere le cose al di là dell’illusione.
Siate Consapevoli
Siate Lucidi
Siate Nuovi
Con amore.
Francesca Spades
Se desideri un consulto puoi scrivere a : francescaspades@gmail.com
Se vuoi partecipare ai miei video corsi FB di Astrologia Cabala e Mito scrivi a : francescaspades@gmail.com
(imm: imgur.com on Pinterest)
Bellissimi Articoli! Il vero senso di Astrologia lo captato tu, non si tratta di fare gli indovini, ma di scoprire il lato più profondo, archetipico e sacro che è in noi. Grazie
Scarica Outlook per Android
________________________________
"Mi piace""Mi piace"
Brava rende l’, idea di quello che stiamo vivendo. Non ci si puo’ piu’ mentire. Immensa gratitudine
Sabrina
"Mi piace""Mi piace"